Le competenze orientative 2

Norme e Documenti in Italia

Prima

Nella scuola l’orientamento è presente dagli anni Sessanta nelle medie, ma dalla fine degli anni Settanta si diffonde gradatamente a livello sperimentale pure negli altri ordini scolastici, anche se a lungo consiste per lo più in azioni mutuate e adattate da altri sistemi (servizi).

Solo a partire dalla metà degli anni Novanta, però, c’è una normativa dedicata che parte con la CM 197 del 2.6.1995 e segna timidamente l’avvio dell’estensione progressiva delle attività di orientamento a tutti i cicli scolastici. [1]

Gli anni Novanta

Negli anni successivi un ripensamento complessivo sulla scuola, ancora fortemente ancorata alle discipline, avverte la necessità di puntare su esperienze significative e motivanti che curino contemporaneamente gli «aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali» e in cui le discipline siano «pensate come campi di significato che debbono fornire un orizzonte intersoggettivo, ma anche acquistare un senso personale e tradursi in operatività» e identifica il «compito fondamentale della scuola» nel «garantire a chi la frequenta lo sviluppo di tutte le sue potenzialità e la capacità di orientarsi nel mondo in cui vive».

Due documenti del 1997[2] forniscono la matrice sulla quale sono costruite le norme successive. In essi si afferma che «le attività didattiche devono essere progettate in base ai contenuti e alle caratteristiche epistemologiche delle discipline, ma anche in base alla prospettiva dell’orientamento, inteso come attività formativa che mira al potenziamento di capacità (progettuali/comunicative, relazionali, di gestione di situazioni complesse, ecc.) che favoriscono l’apprendimento e la partecipazione negli ambienti sociali e di lavoro»; le iniziative di orientamento sono ricondotte così all’interno delle discipline, pur con un giudizio anche positivo su: il coordinamento interistituzionale, le iniziative di studio-lavoro negli anni terminali delle superiori, le attività di bilancio delle risorse personali, le azioni di sostegno alle scelte, i percorsi di analisi dell’organizzazione del mondo del lavoro. Viene quindi proposta come la via principale dell’orientamento nella scuola di ogni ordine e grado la didattica orientativa/orientante o orientamento formativo diacronico in cui non esistono materie più importanti delle altre, ma tutte, mettendo a disposizione conoscenze formali (dichiarative e procedurali), forniscono strumenti e occasioni per individuare le attitudini e potenziare le conoscenze/abilità/competenze in un apprendimento significativo.

Le norme degli anni Novanta

La Direttiva dedicata del 1997, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, definisce l’orientamento come un processo che accompagna tutto il percorso e poi tutto l’arco della vita (quindi non solo gli anni ponte), «costituisce parte integrante dei curricoli di studio e … del processo educativo e formativo fin dalla scuola dell’infanzia» ed è funzionale all’acquisizione degli strumenti necessari per vivere in una società complessa; esso si realizza sia nella didattica orientativa sia nelle attività aggiuntive (di gruppo e non), svolte da esperti (docenti orientatori e orientatori esterni), anche in integrazione con altri soggetti.

Ma è il Regolamento sull’autonomia del 1999 (e i successivi chiarimenti sulle quote riservate DM 234 del 26.6.2000) a prevedere che la scuola definisca il Piano dell’Offerta Formativa in cui «i docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e dell’attuazione del processo di insegnamento e di apprendimento» e a chiarire che «la determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento”: in questo modo è introdotto effettivamente l’obbligo per tutte le scuole di svolgere attività di orientamento.

Dal 2000 ad oggi

Negli ultimi due decenni, sulla scia delle elaborazioni progressive della letteratura dedicata ma anche sulla base dei risultati delle buone pratiche ad essa ispirate, sono emanate in continuità altre norme e testi fondamentali.

Un Documento rilevante

Nel 2004 il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali redige il Documento tecnico-scientifico Prospettive di sviluppo di un sistema nazionale di orientamento, di grande interesse perché riferito a tutti i pezzi per costruire un sistema integrato.

Nel primo capitolo si legge: «L’orientamento è da intendersi come processo attivo, gestito dal soggetto con le proprie risorse (personali e sociali) e con i propri vissuti (formativi e lavorativi) ed influenzato dalle proprie appartenenze (ambientali e familiari), ma al tempo stesso come un processo storicizzato, integrato cioè dentro un mercato del lavoro complesso e globalizzato, e attento alle diverse culture (razza, genere, target sociale, etc.) di cui sono espressione i singoli attori»; «la finalità generale delle pratiche di orientamento rimane lo sviluppo personale e sociale dell’individuo e la sua capacità di far fronte alle transizioni che connotano l’evoluzione delle storie personali»; «questo processo matura nella persona attraverso l’acquisizione di competenze specifiche (competenze orientative), in fasi diversi della vita (orientamento lungo tutto l’arco della vita)».

Nel secondo capitolo si individuano le diverse fasi (formazione, ingresso nel mondo del lavoro, attività lavorativa, conclusione dell’esperienza lavorativa) in riferimento alle quali si articolano gli interventi opportuni; si legge: «L’orientamento rappresenta un processo permanente per un soggetto contemporaneo che storicamente dovrà muoversi all’interno di un percorso professionale che potrà comprendere, a più riprese, periodi di istruzione, formazione, lavoro (dipendente o autonomo), disoccupazione»; nella fase di formazione occorre prima di tutto «sviluppare pre-requisiti formativi (o competenze orientative di base e trasversali) per maturare un’autonomia orientativa».

C’è poi un ampio e dettagliato riferimento al quadro europeo a partire agli anni Sessanta e al Rapporto dell’OCSE Career Guidance and Public Policy del 2004 (cap.3), una definizione delle tipologie di azioni orientative – con attenzione anche alla didattica orientativa – che sono ancora attuali e da rileggere perché a queste si ispirano molte buone pratiche (cap.4), l’individuazione della mission dei sistemi coinvolti con un’ampia parte dedicata alla scuola, università, formazione professionale, servizi per il lavoro (cap.5), la descrizione delle risorse umane e professionalità dedicate (cap.6) e quella delle strutture di assistenza tecnica al sistema orientamento (cap.7).

Le Linee MIUR del 2009

Queste Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita (corredate da sei documenti tematici) iniziano con un esplicito riferimento alle norme UE e a quelle italiane, e, superando un’ottica esclusivamente informativa, definisce l’orientamento come processo continuo che mette in grado la persona di «identificare i suoi interessi, le sue capacità, competenze e attitudini, opportunità e risorse e metterle in relazione con i vincoli e i condizionamenti, prendere decisioni in modo responsabile in merito all’istruzione, alla formazione, all’occupazione… progettare e realizzare i propri progetti, gestire percorsi attivi nell’ambito dell’istruzione, della formazione e del lavoro»; precisa inoltre che «è una modalità educativa permanente e trasversale che attraversa tutti gli ordini e gradi di scuola e tutte le discipline».

Nel processo vengono distinte attività di formazione tese alla costruzione di competenze orientative di base attraverso la didattica orientativa, utilizzando le disciplina in termini orientanti, e attività di tutorato che «accompagnano l’esperienza formativa dello studente e sono finalizzate a:

  • sviluppare … capacità di auto-monitoraggio orientativo del proprio percorso scolastico …;
  • promuovere … una preparazione ed educazione alle scelte scolastico-professionali e un sostegno all’impatto con nuovi cicli di studio nella logica della continuità formativa;
  • garantire agli studenti in difficoltà e a rischio di dispersione un’attività di sostegno e di aiuto personalizzato con finalità di prevenzione dell’insuccesso … fino all’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e, comunque, all’acquisizione di un titolo di studio».

Entrambe le tipologie di attività «possono, quindi, insieme contribuire a fornire sostegno agli studenti nello sviluppo dell’identità nella scuola primaria e nell’orientamento alla carriera durante la scuola secondaria, oltre che nella pianificazione del proprio futuro».

È indicata anche l’opportunità di un’alleanza con i genitori e con gli altri soggetti significativi presenti sul territorio. In particolare è auspicata l’individuazione di una «strategia organizzativa ed operativa di un sistema integrato di orientamento nazionale, che sia in grado di dare risposte unitarie e coerenti ai bisogni espressi da ogni persona lungo tutto l’arco della vita» e quindi la «definizione di un quadro unitario in materia di orientamento» con accordi e intese in una logica di rete per ottimizzare le risorse.

Due Accordi fondamentali

Sono stipulati tra Governo, Regioni ed Enti locali su Definizione del sistema nazionale sull’orientamento permanente (2012) e sul documento Definizione delle Linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente (2013).

Il primo afferma che l’orientamento «costituisce parte integrante dei sistemi dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro e presuppone competenze specifiche che siano in grado di sostenere le scelte… lungo tutto l’arco della vita» e «nelle istituzioni scolastiche e formative è presente in tutte le discipline, in tutte le attività di apprendimento e in ogni livello di scolarizzazione, è collegato alla formazione globale della persona e allo sviluppo dell’identità e costituisce parte integrante della formazione iniziale e continua di ogni docente». Quindi «ritiene necessario …realizzare «una strategia nazionale sull’orientamento al fine di superare la frammentazione degli interventi …per realizzare il raccordo» sui seguenti punti: Definizione di orientamento permanente, Sistema nazionale di orientamento permanente, Costituzione e compiti di un Gruppo di lavoro nazionale per l’orientamento permanente.

Il secondo – che intende essere uno strumento operativo e quindi è molto dettagliato – tratta sia le Linee di indirizzo strategico (diritto all’orientamento, funzioni dell’orientamento, governance multilivello) sia gli Obiettivi specifici e azioni operative (contrastare il disagio formativo, favorire e sostenere l’occupabilità, promuovere l’inclusione sociale). È significativa l’affermazione che la prima funzione dell’orientamento è «a partire dalla scuola primaria» quella educativa finalizzata al «processo di auto-orientamento» e all’«acquisizione delle competenze orientative generali e trasversali in quanto premesse indispensabili per un efficace auto-orientamento» e che lo «strumento principale… è la didattica orientativa». Dice anche che un’altra funzione importante nella scuola è l’accompagnamento in specifiche esperienze di transizione come ad esempio il passaggio da un ordine scolastico ad un altro.

Le Linee MIUR del 2014

Queste Linee guida nazionali per l’orientamento permanente sono un approfondimento all’interno del sistema scuola delle Linee guida del sistema nazionale (condivise) del 2013 in continuità con le norme precedente, ma con alcune interessanti integrazioni. Ribadita la «centralità del sistema scolastico … luogo insostituibile nel quale ogni giovane deve acquisire e potenziare le competenze di base e trasversali … necessarie a sviluppare la propria identità, autonomia, decisione e progettualità» e il fatto che «senza questo ‘zoccolo’ di competenze è difficile pensare di poter innestare con successo gli ulteriori processi di transizione, di consulenza, di professionalizzazione, di cambiamento, di successivi apprendimenti», i punti fondamentali e con immediati risvolti operativi sono:

1.ogni scuola è tenuta a predisporre «un organico Piano» di orientamento da inserire nel POF con l’indicazione degli standard minimi di orientamento»;

2. tutte le attività sono finalizzate «alla costruzione e al potenziamento di specifiche competenze orientative … attraverso:

  • l’orientamento formativo o didattica orientativa/orientante rivolto a tutti i giovani per lo sviluppo delle competenze orientative di base» (propedeutiche) nell’insegnamento delle discipline «finalizzato all’acquisizione dei saperi di base, delle abilità cognitive, logiche e metodologiche, ma anche delle abilità trasversali comunicative, metacognitive, metaemozionali» e al recupero del «‘valore’ del lavoro per la persona e la ‘cultura del lavoro’» e dell’imprenditorialità;
  • l’accompagnamento e la consulenza per lo sviluppo di competenze orientative di monitoraggio e di sviluppo «a sostegno della progettualità individuale» ovvero azioni rivolte o ad un’intera classe o a piccoli gruppi o singoli a seconda dei reali bisogni, condotte dai docenti, ma con funzione non di insegnamento ma di mediazione/facilitazione, per aiutare i «giovani a utilizzare/valorizzare quanto appreso a scuola per costruire progressivamente la propria esperienza di vita e per operare le scelte necessaire»;

3. ogni istituto individua una figura di sistema (tutor) con il compito di «organizzare/coordinare le attività interne di orientamento e relazionarsi con il gruppo di docenti dedicati» e … di «interfacciarsi con continuità con gli altri attori della rete di orientamento nel territorio» ovvero di tenere «il presidio operativo» dell’insieme di attività di orientamento per coordinarle e renderle efficaci; per svolgere bene questo ruolo deve essere formata e individuata in modo stabile e formalmente riconosciuto sulla base delle competenze professionali possedute e accertate;

4. per realizzare attività mirate ed efficaci è necessario un investimento «sulla formazione iniziale e continua di tutti i docenti» e prevedere:

  • per tutti «moduli di formazione iniziale obbligatoria sul significato di orientamento permanente, sulla didattica orientativa, sulle azioni di accompagnamento lungo tutto il percorso scolastico … sulla conoscenza del mondo del lavoro e delle professioni, sulla cultura del lavoro dell’imprenditorialità;
  • per le figure di sistema «specifici master … promossi dalle Università in accordo con il» MIUR, con «percorsi più brevi per docenti e operatori (perfezionamento o moduli del master)». [3]

Norme e documenti in Italia

  • OM 159 dell’11 maggio 1995
  • CM 197 del 2 giugno 1995
  • Orientamento delle studentesse e degli studenti Direttiva n.487 del 6.8.1997
  • Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche D.P.R. 275 dell’8.3.1999
  • Prospettive di sviluppo di un sistema nazionale di orientamento, Documento del MdL, Direzione generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, Roma, ottobre 2004
  • Norme per la definizione dei percorsi di orientamento D.Lgs 21 del 14.1.2008
  • Definizione dei percorsi di orientamento D.Lgs 22 del 14.1.2008
  • Piano nazionale di orientamento: Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita CM 43 del 15.4.2009 e Allegati
  • La definizione del sistema nazionale sull’orientamento permanente del 20.12. 2012
  • Definizione delle Linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente del 5.12. 2013
  • Linee guida nazionali per l’orientamento permanente, Documento del 19.2.2014

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[1] Tutte le norme e i documenti citati nell’articolo si trovano nelle diverse sezioni di https://www.orientamentoirreer.it/

[2] L’Orientamento nelle scuole e nelle università, Documento del Gruppo consultivo informale MURST-MPI sull’orientamento, 29 aprile 1997, e Parere della Commissione MURST-MPI (art. 4 legge 168/1989) del 23 maggio 1997.

[3] Per approfondire: Flavia Marostica, Orientamento: risorse normative (e non solo) in «Rivista dell’istruzione» n.4/2009; Figure professionali per l’orientamento nella e per la scuola in «Rivista dell’istruzione» n.4/2012; Tre risorse per l’orientamento in «Rivista dell’istruzione» n.3/2014; Orientamento. Garantire lo sviluppo e il sostegno nei processi di decisione in Giancarlo Cerini e Mariella Spinosi (a cura di), La buona scuola 2, Tecnodid novembre 2014 (NOTA: titolo originale Tutor per l’orientamento).