Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO)
Nella seduta del 28 agosto 2019, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, su richiesta del competente Ministero, aveva rilasciato un parere, sostanzialmente critico e non molto positivo, sulle Linee guida PCTO approntate dal MIUR in seguito alla riforma apportata dalla Legge 145/2018 (Legge di bilancio 2019) all’Alternanza scuola lavoro. Una riforma interpretata da molti in senso minimalista, tesa a ridimensionare fortemente le disposizioni in materia dettate dalla L.107/2015 che pure avevano tentato, a loro volta, di tracciare una “Via Italiana all’Alternanza”, purtroppo poco compresa ed applicata con scarsa convinzione in molti settori scolastici, ritenendola una metodologia “minore” forse destinata a intelligenze superficiali e di basso profilo.
La modifica, interessando la denominazione dei percorsi cambiandoli in PCTO, – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento – aveva sicuramente inteso enfatizzare maggiormente alcuni aspetti della metodologia, introducendo una prospettiva diversa da quella tracciata dalla legge 107/2015, stavolta marcatamente appoggiata sulle competenze trasversali e sull’orientamento. In tal modo sembrava minimizzata la dimensione olistica, in senso formativo, ed il valore fortemente edificante della metodologia per la costruzione di un profilo completo e funzionale di ciascuna persona .
Linee guida restituite al MIUR dal CSPI con parere negativo.
Le criticità, emerse nel triennio di applicazione delle disposizioni della legge 107/2015 in materia di ASL, sono state ampiamente discusse in tutte le sedi, compreso il CSPI, che si era già espresso in merito in maniera autonoma, nel gennaio e nel luglio del 2018.
In entrambe le analisi, il massimo organo consultivo della pubblica istruzione aveva inteso sottolineare la necessità di rivedere alcuni aspetti, nel segno della valorizzazione dell’autonomia della scuola, alla quale occorre lasciare la decisione degli spazi e dei tempi dell’Alternanza e, inoltre, la necessità della formazione del personale della scuola impegnato in percorsi metodologici tanto difficili e complessi.
Per queste motivazioni il CSPI, nella seduta del 28 agosto 2019, confermando le sue posizioni fortemente critiche nei confronti della politica ministeriale sulla formazione in contesto aziendale degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, aveva ribadito il parere negativo sulle ultime Linee guida proposte dal Ministro Marco Bussetti.
In punta di diritto, il parere al CSPI, benché critico e/o negativo può essere superato in maniera motivata da un disposto ministeriale che pure ne tenga conto, nella misura prevista dalle norme vigenti.
L’ultima “mossa” del ministro Bussetti
Al MIUR, il ministro Bussetti, poco prima di essere sostituito dal nuovo designato Lorenzo Fioramonti, ha firmato ed inviato – per la registrazione – alla Corte dei Conti un proprio decreto di emanazione delle “Linee guida per i PCTO”, in maniera da chiudere la controversa questione e dotare le scuole di un indispensabile strumento orientativo utile ad attivare i percorsi in maniera consapevole e completa.
Il documento non è stato pubblicato e non ha ancora superato il vaglio della magistratura contabile. È prevedibile che in esso siano state recepite molte delle istanze più avvertite e delle problematiche emergenti, nel passaggio attuato dalle disposizioni della Legge 107/2015 a quelle della legge 145/2018. Tale passaggio non è consistito soltanto nella nuova denominazione dell’alternanza scuola lavoro, che ha assunto quella di PCTO, ma anche nel ridimensionamento del monte ore triennale dei percorsi e nella loro diversa finalizzazione, ai fini del curriculum scolastico di ogni studente di scuola secondaria di II grado.
E in realtà le sottolineature del 28 agosto scorso da parte del CSPI erano quasi tutte superabili nel merito in quanto richiamavano precedenti pareri espressi, anche spontaneamente, dal massimo organo collegiale del MIUR; pareri mai molto differenti da quelli della comunità scientifica.
Quest‘ultima ha più volte ha indicato le medesime problematiche evidenziando che prima l’alternanza e poi i PCTO, non possono rappresentare soltanto uno schema di relazione tra scuole ed aziende ma un significativo e necessario modello di costruzione di competenze di vita e di saperi irrinunciabili per affrontare la complessità del mondo che cambia.
I punti controversi e le scelte del MIUR
Probabilmente, per questi motivi il Ministero dell’Istruzione ha agito confermando la validazione e considerando l’opportunità di tenere comunque in considerazione il parere del CSPI ma:
- Riservando ad un successivo provvedimento la predisposizione di apposite Linee guida per gli studenti con disabilità frequentanti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento in collaborazione con associazioni di riferimento e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Su questo punto il CSPI era stato fortemente critico.
- Considerando di poter accogliere le altre osservazioni contenute, nel citato parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, mediante recepimento nel testo delle Linee guida delle disposizioni relative alle spese ammissibili ed ai relativi finanziamenti, nonché la possibilità dell’utilizzo di una piattaforma informatica dedicata.
- Valutando che, trascorso quasi un anno dalla riforma dell’Alternanza scuola lavoro a seguito della Legge 145/2018, la necessità delle Linee guida, in riferimento al nuovo anno scolastico, è apparsa doverosa ed indifferibile.
Ripensare il curricolo e le implicazioni delle competenze nel mondo che cambia
Il ripensamento del curricolo delle scuole, in funzione di una riconnessione, strutturale e permanente con i saperi della società e con le nuove ed epocali trasformazioni nei contesti produttivi e sociali, diventa, alla luce della “barra dritta” del MIUR rispetto ai PCTO, fondamentale ed indifferibile.
Le nuove opportunità del mondo del lavoro, che nascondono insidie nelle regole commerciali e finanziarie e negli assetti sociali e politici di una società globalizzata, devono essere conosciute ed affrontate con gli strumenti del pensiero critico e della consapevole ed autonoma valutazione. Questo può avvenire in maniera concreta abituando gli studenti a fronteggiare le molteplici e complesse situazioni lavorative e di apprendimento in contesto non scolastico.
Un ambiente di apprendimento dove si misurano non solo le esperienze dirette, ma anche e soprattutto le indispensabili capacità di progettare, elaborare, rielaborare, riflettere, collaborare e ripensare, impone agli studenti il doversi confrontare con nuove tecnologie, modelli di realtà aumentata e strumenti iper connessi, per adeguare la costruzione dei profili di competenze alle istanze emergenti. In tale contesto, se opportunamente stimolati, possono germinare e crescere i necessari riferimenti etici per il lavoro, preparando gli studenti alla natura variabile ed imprevedibile delle economie moderne e delle società complesse.
Quali competenze implementare e valorizzare?
Le competenze da implementare e valorizzare sono ancora una volta quelle personali e sociali comprendenti le soft skill, ovvero le competenze trasversali e trasferibili attraverso la dimensione operativa del fare:
- la capacità di lavorare con gli altri interagendo efficacemente ;
- capacità di problem posing e problem solving;
- la creatività, pensiero e ragionamento critico;
- la consapevolezza dei limiti e delle potenzialità di ciascuno;
- l’atteggiamento resiliente e capacità di individuare le forme di orientamento e sostegno disponibili per affrontare la complessità e l’incertezza dei cambiamenti.
Le scuole molto spesso arrancano di fronte a tale complessità e, ancora più frequentemente, affidano le esperienze di PCTO a modelli quantitativi, prese come sono dalla sindrome del monte ore triennale che prima viene imposto e successivamente ricusato, come requisito per gli esami di Stato del II ciclo.
Tuttavia, allo stato attuale è indispensabile ripensare profondamente i curricoli delle scuole, soprattutto di quelle secondarie di secondo grado, alla luce di una serie metodica e ragionata di documenti nazionali, europei ed internazionali che indicano nella costruzione di “New skills” la direzione indispensabile da seguire.[1]
La dimensione orientativa dei PCTO
L’orientamento è stato più volte indicato, e non ultimo dalla risoluzione europea del 21 novembre 2018, come processo che accompagna la persona lungo l’arco della vita consentendogli “di identificare le proprie capacità, le proprie competenze e i propri interessi, prendere decisioni in materia di istruzione, formazione e occupazione, nonché gestire i propri percorsi personali”.
Peraltro anche il MIUR aveva tracciato le direttrici dell’importante processo nelle proprie linee guida emanate nel 2014[2].
Il documento “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” del 2014, ha inteso rivoluzionare la cultura dell’orientamento e ha mutato l’approccio tradizionale basato sull’informazione, troppe volte affidata ad esperti esterni ed orientatori dell’istruzione terziaria, a favore della formazione attraverso percorsi centrati sull’apprendimento autonomo, anche in contesto non formale fortemente indirizzato all’esperienza.
Nel processo deve essere coinvolto l’intero sistema scolastico, durante la durata del percorso formativo della persona, attraverso la previsione di figure di sistema con compiti organizzativi e di coordinamento che raccordino le esperienze in ragione delle inclinazioni e delle caratteristiche proprie di ciascuno studente.
I PCTO, oltre allo sviluppo delle competenze trasversali, devono esaltare la valenza formativa dell’orientamento in itinere, favorendo una sempre maggiore consapevolezza delle proprie vocazioni da parte dello studente in una visione innovativa che valorizzi l’auto-orientamento.
Le competenze trasversali, un altro traguardo dei percorsi
Una scuola impegnata a valorizzare l’apprendimento nei vari contesti, formali, non formali e informali, mira alla costruzione di competenze che attengono alle varie aree dell’intelligenza, non ultime quelle che attengono alla sfera emotiva e relazionale. I percorsi sono preordinati anche al raggiungimento di traguardi che vanno in tale direzione.
Probabilmente le “Linee guida per i PCTO” contempleranno la problematica delle competenze trasversali, proprio per consentire allo studente di arricchire il proprio patrimonio personale con una serie di conoscenze, abilità e atteggiamenti che gli consentano di assumere comportamenti adeguati rispetto alle diverse situazioni in cui si possa trovare, dalla più semplice alla più complessa. Il richiamo alle Competenze chiave europee è costante ed indissociabile. Come ampiamente noto nella comunità scientifica, la seconda batteria di quattro competenze del quadro di riferimento europeo è stata pensata in chiave trasversale, a differenza delle prime quattro che rimandano ad una lettura più centrata sulle discipline di riferimento.
Possiamo qui riassumere in maniera schematica il contenuto del quadro di riferimento[3]
– Competenza alfabetica funzionale; – competenza multilinguistica; – competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; – competenza digitale. |
Matrice delle competenze disciplinari |
– Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare; – competenza in materia di cittadinanza; – competenza imprenditoriale; – competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. |
Matrice delle competenze trasversali |
Questa visione consolidata impegna i PCTO nella realizzazione costante e mirata di attività didattiche tese a promuovere un vero e proprio processo culturale nel quale le competenze trasversali siano le componenti essenziali, per affrontare la complessità del reale e per attivare nei giovani una maggiore sensibilità verso il contesto in cui vivono e operano.
La dimensione operativa dei percorsi
I PCTO non devono essere considerati esperienze collocate in un particolare momento del curricolo, in maniera isolata e sconnessa. Si auspica la progettazione coerente nel PtOF di ciascuna scuola, in una prospettiva pluriennale.
Le indispensabili modalità di realizzazione potranno prevedere la collaborazione con enti pubblici e privati, anche del terzo settore, e con il mondo del lavoro, soprattutto con l’imprenditoria presente nel contesto territoriale della scuola.
A tale scopo appaiono interessanti diversi modelli di relazione tra i quali l’incontro con esperti, le visite aziendali, la ricerca sul campo, la simulazione di impresa, il project-work “in e con l’impresa”, i tirocini, i progetti di imprenditorialità ed ogni altro modello utile alla costruzione di competenze trasversali e di orientamento.
Per quanto attiene ai contesti organizzativi essi possono essere diversi e articolati senza limitazioni territoriali o di filiera, secondo un modello graduale articolato in varie fasi.
La centralità dei consigli di classe
Pur coinvolgendo l’intera comunità educante, nella sua attribuzione progettuale espressa nel PtOF, la centralità nella gestione dei percorsi è attribuita ai consigli di classe che, mediante una costante collaborazione con i dipartimenti del collegio, devono definire i traguardi formativi dei percorsi, sia in termini di orientamento, sia in termini di competenze trasversali e/o professionali attese, operando una scelta all’interno di un ampio repertorio di competenze a disposizione.
La logica sottesa alla responsabilità dei consigli di classe comprende inevitabilmente un’attenzione indispensabile alla co-progettazione dei percorsi con i soggetti ospitanti. Tuttavia, la responsabilità maggiore dei docenti sarà quella di selezionare le competenze sulle quali agire con i percorsi e di individuare la dimensione orientativa degli stessi, in relazione agli studenti ed alle loro peculiarità.
Se supereranno il traguardo, tra poco leggeremo le nuove Linee guida
Attendiamo di leggere, con la dovuta attenzione, il testo delle Linee guida, laddove licenziato positivamente dalla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale secondo le procedure di legge.
La scuola del secondo ciclo italiana ha urgente bisogno di lavorare, con particolare cura, sulle competenze trasversali e sull’orientamento, proprio in ragione di alcune emergenze sociali (disoccupazione giovanile e degli ultra cinquantenni, analfabetismo funzionale, problemi di riconversione professionale verso le nuove tecnologie), direttamente legate alle carenze, in tali aspetti della formazione della persona, continuamente evidenziate dal mercato del lavoro e delle professioni. Le linee guida non risolveranno le questioni emergenti ma aiuteranno a costruire un modello di relazione “dentro/fuori” la scuola più moderno ed efficace.
[1] Il 10 giugno 2016 la Commissione europea ha adottato la New Skills Agenda for Europe, una nuova agenda globale per le competenze per l’Europa che prevede iniziative volte a far sì che tutti i cittadini europei sviluppino, sin da giovani, una ampia gamma di competenze utili e pertinenti rispetto alle richieste del mercato del lavoro, allo scopo di promuovere l’occupabilità, la competitività e la crescita in Europa. Questo documento è stato recepito in Italia dal Decreto 8 gennaio 2018, pubblicato nella G.U. n. 20 del 25 gennaio 2018, Serie Generale Nuovo Quadro italiano delle qualificazioni.
[2] “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” MIUR , Febbraio 2014.
[3] RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO Europeo del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018/C 189/01)