Il “Dialogo 5+5”: un forum per il Mediterraneo occidentale
La IV Conferenza “Dialogo 5+5 su Ricerca, Innovazione e Istruzione superiore”, svoltasi a Roma nel mese di giugno 2019 tra i Ministri competenti dei Paesi membri del Forum del Mediterraneo occidentale (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia) non ha suscitato, nonostante la portata delle tematiche affrontate, la risonanza che avrebbe meritato. Ma di cosa si tratta e, soprattutto, quali sono gli obiettivi del Forum?
Un pacifico ‘arsenale’ di potenzialità
Il “Dialogo 5+5” è il ‘luogo’ nel quale 10 nazioni di due continenti (Africa ed Europa) si confrontano paritariamente su ambiti di interesse strategico sia per lo sviluppo di ciascuno di essi sia per lo sviluppo comune di una vastissima area intercontinentale che, oltre ad abbracciare circa i 2/3 del mar Mediterraneo, si estende a nord e a sud nell’Oceano Atlantico e comprende circa 280 milioni di abitanti. I settori di interesse sono strategici (scienza, tecnologia, innovazione, alta formazione) per nazioni che presentano livelli di sviluppo molto distanti tra loro oltre che sistemi scolastici, universitari e di ricerca estremamente diversi. Tuttavia, è proprio in questa molteplicità di culture e di tradizioni che si nascondono potenzialità non ancora esplorate la cui portata, non solo per il Mediterraneo occidentale, non è facilmente né quantificabile, né prevedibile.
Il Mediterraneo come spazio interculturale
Si tratta di guardare al mondo da un’altra angolazione, non strettamente connessa ad una unica appartenenza continentale, ma che vede invece dialogare due sponde continentali che, nel corso dei millenni, si sono confrontate anche in termini non sempre pacifici. E’ vero che il Mediterraneo riesce a fare attualmente notizia attraverso il codice della lotta politica, attraverso il problema dei migranti, attraverso la contrapposizione religiosa e che, dunque, continua ad essere un riferimento negativo, un luogo irrimediabilmente problematico. E’ proprio questa convinzione che la Conferenza “Dialogo 5+5 su Ricerca, Innovazione e Istruzione superiore” intende mettere in crisi facendo diventare questo spazio un modello in cui la diversità culturale e scientifica diventa risorsa in senso reale. Ci si è infatti finalmente resi conto che questo modo di guardare al Mediterraneo ha avuto conseguenze a dir poco devastanti, soprattutto per la sponda meridionale. Il ripudio del Mediterraneo, infatti, ha condotto alla malcelata idea che l’unico modo corretto per essere ‘moderni’ consiste nel rivolgersi all’Europa, particolarmente a quella centrale e settentrionale, tralasciando il versante meridionale.
Sulle rotte della sostenibilità
Negli ultimi anni, però, alcuni governi hanno iniziato a contrastare questa immagine con tentativi di dialogo e con costruzione di relazioni, anche lontane dai canali ufficiali ed istituzionali. Il percorso della Conferenza si è mosso su questa scia di contatti e di interessi sovranazionali ed è in questa direzione che vanno interpretate le presenze del Segretario Generale dell’Unione del Maghreb Arabo, del Segretario Generale dell’Unione per il Mediterraneo e della delegazione della Commissione UE al cui cospetto i Ministri hanno discusso sul tema di un ulteriore potenziamento della collaborazione, per promuovere una crescita economica sostenibile, inclusione sociale e per creare nuove opportunità per i giovani.
Il Mediterraneo come orizzonte del futuro
Il riconoscimento che la dimensione mediterranea è coessenziale all’Europa e che senza una vocazione mediterranea, l’Europa non esiste è stato, da parte italiana, esplicitamente dichiarato e rappresenta un deciso progresso verso una stabilizzazione di questo confronto/dialogo. L’obiettivo fondamentale mira alla promozione di una crescita economica responsabile e sostenibile che si coniughi con l’inclusione sociale per generare benessere diffuso: le componenti essenziali di questo processo non possono essere che istruzione e ricerca. La mobilità internazionale, l’accesso alle infrastrutture, l’innovazione, l’imprenditoria ed il supporto a start-up innovative sono solo alcune azioni che il ‘Dialogo 5+5’ ha individuato come elementi stabili per creare opportunità concrete e dignitose per i giovani.
Investire su ricerca, innovazione e istruzione
Elevare i livelli di scolarità, aggiornare l’insieme delle competenze offerte durante i percorsi formativi e strutturare percorsi aperti e fruibili di apprendimento permanente nel corso della vita sono gli obiettivi che definiscono la cornice entro cui si iscrive la collaborazione tra i 10 Paesi coinvolti che hanno sottoscritto la Dichiarazione di Roma per la Ricerca, l’Innovazione e l’Istruzione superiore. Con la firma del documento si è concluso il biennio di guida italiana del Forum. Dal 2017 l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) ha infatti ospitato presso la propria sede di Trieste, il Segretariato del Forum e ha esercitato, su delega del MIUR, la rappresentanza dell’Italia nelle attività dei gruppi di lavoro. Il testimone, per il prossimo biennio, passa alla sponda africana sotto l’egida della Mauritania.