Superare la frammentarietà e l’occasionalità
La recente pubblicazione del D.M. n. 461 del 6 giugno 2019, relativo all’adozione delle Linee guida di indirizzo nazionali per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, costituisce per tutto il sistema scolastico una svolta significativa, epilogo di un lungo processo di ripensamento del servizio, avviato già da alcuni anni da tutti gli attori coinvolti in questa sorta di “alleanza educativa”, sotto l’egida del Miur. Forte era infatti l’esigenza avvertita, in primis dai dirigenti delle scuole polo regionali, che da sempre nelle intenzioni del Legislatore svolgono un delicato ruolo di “scuole cerniera”, di modificarne l’impianto verticistico che lo caratterizzava in precedenza, con l’intento di superare una spiccata frammentarietà del servizio a livello regionale, che non permetteva l’adozione di procedure standardizzate, necessarie a garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni ospedalizzati sull’intero territorio nazionale.
Nuovi bisogni, nuove domande
Nella Prefazione del documento si legge infatti, tra l’altro, che “le Linee di indirizzo intendono costituire uno strumento operativo concreto volto ad agevolare e coordinare le procedure amministrative e documentali necessarie”, oltre che a riorientare opportunamente le strategie metodologico-didattiche. Il mutato panorama medico-sanitario, caratterizzato da degenze sempre più brevi e frequenti, un’organizzazione della sanità in cui il futuro dell’assistenza passa per il potenziamento e l’integrazione con i servizi sociali della medicina territoriale, e l’importante riconoscimento ministeriale ottenuto dalla Rete di scopo nazionale della SIO, hanno dunque costituito terreno fertile all’approvazione delle nuove Linee guida.
I nuovi Indirizzi, nelle intenzioni del Ministro che li ha firmati, vanno ad integrare l’unico documento rimasto fino ad oggi quale baluardo giuridico della scuola in ospedale e dell’istruzione domiciliare: il cosiddetto Vademecum del 2003, francamente superato dall’attuale scenario educativo didattico.
La rete nazionale
La Rete di scopo nazionale, novità assoluta per la scuola in ospedale, nasce dunque circa due anni fa dall’esigenza, fortemente vissuta dai dirigenti delle scuole polo regionali, di potersi confrontare periodicamente. Solo in questo modo si può ravvivare l’interesse per il servizio prestato, condividendo puntualmente possibilità di interventi, criticità, ma anche buone pratiche realizzate su tutto il territorio nazionale, acquisite come patrimonio comune nelle frequenti riunioni di servizio che si tengono periodicamente al Miur.
Il docente facilitatore
Ambiziosi sono i traguardi che la Rete si prefigge di raggiungere; tra essi spicca la valorizzazione di tutte le risorse professionali impegnate sia nella Scuola in ospedale sia nei progetti di istruzione domiciliare, nonché la condivisione di importanti iniziative di formazione da destinare ai docenti. Ad essi vanno infatti riconosciute particolari competenze, che si esplicano essenzialmente grazie alla capacità di discostarsi dalla didattica tradizionale e di sapersi relazionare con gli alunni degenti, con il personale sanitario, con i genitori e con i docenti della scuola di appartenenza. Si crea così quel giusto equilibrio, nel rispetto dei protocolli medici imposti dalle patologie, che richiedono essenzialmente un’empatia ed una capacità di lavorare in equipe, realizzando una didattica “breve” adeguata al contesto nel quale si realizza.
Il docente dunque viene ripensato come fosse un facilitatore, capace attraverso nuove metodologie di realizzare una didattica innovativa. In particolare le nuove tecnologie consentono agli alunni, che già di per se si ritrovano, insieme alle loro famiglie, a vivere il disagio di ospedalizzazioni repentine, e dunque più difficili da gestire, di restare in contatto con la scuola di appartenenza, magari attraverso già sperimentate esperienze di teledidattica.
Gli accordi di rete
Proprio allo scopo di intercettare le istanze dell’utenza, purtroppo sempre più numerosa, il Ministero, con apposito decreto, ha poi richiesto a tutte le scuole con sezioni ospedaliere, nell’ambito di una stessa regione, di siglare un accordo di rete capace di esplorare e monitorare costantemente i bisogni formativi degli alunni ospedalizzati o bisognosi di scuola a domicilio, raccogliendo ed esaminando i dati, gestendo le risorse finanziarie e valutando la coerenza dell’andamento non già dei soli flussi ospedalieri, ma anche delle risorse loro assegnate. Si avverte comunque fortemente l’esigenza di puntare sulla formazione, anche quella iniziale, dei nuovi docenti da indirizzare al servizio di scuola in ospedale, prevedendo ad esempio l’inserimento, nel percorso universitario per l’insegnamento ed il tirocinio, elementi di formazione specifici, che mettano in evidenza la singolarità del ruolo che essi andranno a ricoprire.
Nuove esigenze operative
È tuttavia a livello centrale che vanno immaginate nuove soluzioni, chiedendo ai competenti uffici che si riconfermi, se non si implementi, compatibilmente con le risorse di personale annualmente assegnate, il contingente dei docenti da utilizzarsi presso i nosocomi ospitanti, senza operare riduzioni di organico, che possano creare un’improvvisata e lacunosa organizzazione del servizio. Inoltre, alla luce delle recenti novità intervenute a livello normativo (si pensi soprattutto alla nuova legge sulla privacy), è necessario rivedere ed aggiornare i protocolli di intesa stipulati con le Aziende sanitarie, sotto l’egida degli Uffici Scolastici Regionali, onde definire tempi e modalità dell’erogazione del servizio, e l’eventuale presa in carico della sorveglianza sanitaria dei docenti che lavorano nelle sezioni ospedaliere.
Un portale per le scuole in ospedale
La strada da percorrere è ancora lunga, ma non più in salita, poiché i segnali di interesse dimostrati sono incoraggianti ed inducono a ben sperare. Prova evidente ne sono, oltre alla pubblicazione delle nuove Linee di indirizzo, anche il neo-portale della scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, presentato in un incontro con la stampa lo scorso 15 maggio al Miur. Scopo della manifestazione, introdotta dalla dott.ssa Giovanna Boda alla presenza di giornalisti di importanti testate nazionali, era la presentazione ufficiale del portale della scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, affidato all’istituto capofila della Rete di scopo I.C. Peyron di Torino.
Il portale nella sua area pubblica è già immediatamente fruibile, ma sarà suscettibile di ulteriori miglioramenti ed aggiustamenti in itinere, e fornirà un supporto fondamentale ai ragazzi ospedalizzati ed alle loro famiglie, nel contrasto all’abbandono ed alla dispersione scolastica. Lo stesso presenterà poi un’area riservata, per la quale sono in fase di realizzazione delle chiavi di accesso da fornire ai dirigenti responsabili del materiale da pubblicare. Invece la parte pubblica sarà alimentata grazie al contributo fornito da quanti, docenti delle sezioni ospedaliere e non, vorranno impegnarsi in un lavoro redazionale partecipato, attraverso delle indicazioni che saranno successivamente fornite. Ci saranno pagine ed aree presidiate dalle varie realtà regionali, che consentiranno finalmente una diffusione su larga scala di un’esperienza che recentemente lo stesso Ministro Bussetti ha definito come “un servizio di eccellenza”, ma che per alcuni resta ancora una bella realtà misconosciuta.