Dal 26 al 29 marzo 2019, a Tivoli, si è svolta la seconda edizione delle Olimpiadi Nazionali di debate, che hanno visto confrontarsi le 19 squadre vincitrici delle selezioni regionali, 76 speaker, in 57 serratissimi dibattiti e 1 finale.
Cos’è il debate?
Il debate è un confronto di opinioni, regolato da modalità specifiche, tra interlocutori che sostengono una tesi a favore e una contro su un tema assegnato. Le regole del gioco prevedono che la posizione a favore o contro possa essere anche non condivisa dai debaters, che pure devono essere in grado di portare le argomentazioni adeguate, con regole ditempoe dicorrettezza, senza pregiudizi e prevaricazioni, nell’ascolto e nel rispetto delle opinioni altrui, dimostrando di possedere flessibilità mentale e apertura alle altrui visioni e posizioni.
Il debate, dunque, è unmetodo pedagogico,educativoeformativo, che consente di sviluppare capacità di argomentazione e di strutturare competenze che formano la personalità.
Quali temi sono al centro del debate?
Il dibattito regolamentato ha come proprio scopo quello di fornire gli strumenti per analizzare questioni complesse, per esporre le proprie ragioni e valutare quelle di altri interlocutori.
Sviluppa significative abilità analitiche,critiche,argomentativeecomunicative, sia verbali sia non verbali, in un’ottica di educazione alla cittadinanza democratica e partecipativa.
Lo confermano anche i tre temi su cui le squadre si sono preparate:
- i paesi sviluppati hanno obblighi maggiori di tutti gli altri nelle politiche di mitigazione del cambiamento climatico;
- la gestione delle risorse idriche dev’essere sostenibile e dovrebbe essere affidata solo a enti pubblici;
- l’ingegneria genetica rivolta alla modificazione dell’essere umano dovrebbe essere vietata;
e dei tre temi impromptu, che le squadre hanno conosciuto solo un’ora prima del dibattito:
- l’alternanza scuola-lavoro è uno strumento didattico efficace;
- dovrebbe essere obbligatorio per gli studenti praticare almeno uno sport agonistico a scuola;
- gli studenti della scuola superiore dovrebbero partecipare obbligatoriamente ad un programma Erasmus di almeno un semestre.
La finale di debate, che ha visto confrontarsi le squadre del Friuli Venezia Giulia e della Toscana, sulla mozione “La gestione delle risorse idriche dev’essere sostenibile e dovrebbe essere affidata solo a enti pubblici”, è stata vinta, dopo 45 minuti di inteso e ragionato scambio, dalla squadra della Toscana.
Il debate in ambito internazionale
Il debate è una pratica da tempo consolidata nelle scuole, nei college e nelle università americane ed inglesi. Le prime società di dibattito, fondate negli Stati Uniti e nel Regno Unito alla fine dell’Ottocento, avevano già allora come finalità principale quella di sviluppare la capacità di “parlare in pubblico e dibattere”: “Improvement in public speaking and debate”, questa la mission della Eunomian Literary Society dello Swarthmore College della Pennsylvania, una delle prime società di dibattito statunitensi, fondata nel 1869.
La tradizione e la proposta innovativa
Nella nostra cultura l’idea del dibattito e dell’argomentazione si collega naturalmente alla retorica e alla filosofia, e quindi a specifici percorsi scolatici liceali o accademici.
L’esperienza del debate nasce nell’ITE Enrico Tosi di Busto Arsizio nel 2008, dall’incontro, in un Forum internazionale di giovani, con studenti capaci di affrontare in un dibattito regolato questioni importanti di natura sociale, civile, etica, politica.
Da lì, e dalla verificata esigenza di chi vive quotidianamente l’esperienza della classe, il convincimento che la capacità di capire, esprimersi e sostenere la propria idea non è tanto un dono di natura o una competenza solo per pochi, ma una competenza che la scuola deve contribuire a formare, per tornare a essere luogo del pensiero e delle pari opportunità.
Il debate nella scuola italiana
La Rete Wedebate è nata nel 2013 con l’ITE Tosi come capofila. La Rete oggi è nazionale e unisce più di 150 scuole. Ha una scuola referente territoriale in ogni regione, ha formato al debate un migliaio di studenti e più di trecento docenti, continuando a coinvolgere partner e formatori internazionali; partecipa a tornei internazionali, organizza periodicamente tornei interni e tornei di rete; ha realizzato, con il sostegno e la collaborazione della Fondazione Giuseppe Merlini, il primo testo italiano sul debate, Debate. Pratica, teoria e pedagogia, edito da Pearson e curato dal dott. Manuele De Conti e dal dott. Matteo Giangrande, e la traduzione in italiano della guida di Christopher Sanchez, Una rapida introduzione al debate nelle scuole, ricca di attività concrete per guidare docenti e studenti alla pratica del debate.
Informazioni e approfondimenti
Tra i modelli di debate presenti nella letteratura è stato individuato e scelto il più diffuso, flessibile e adattabile: il modello World Schools; così come al World Schools Debating Championships si ispira anche il regolamento delle Olimpiadi pubblicato sul sito www.debateitalia.it.
Sul medesimo sito sono consultabili anche le composizioni delle squadre che hanno rappresentato le regioni italiane nella gara e la struttura organizzativa delle Olimpiadi; sono a disposizione materiali per la formazione e la documentazione dello svolgimento delle Olimpiadi di debate 2019.
In questo scenario un ruolo importante e significativo ha svolto e continua a svolgere l’Indire, attraverso il Movimento Avanguardie Educative, che annovera il debate tra le principali idee innovative del proprio Manifesto, adottato da molte scuole. La specificità di ente preposto alla ricerca e alla sperimentazione dell’Indire aggiunge ulteriore valore scientifico alla pratica del debate, e contribuisce significativamente alla sua diffusione.
La diffusione del debate e l’organizzazione delle Olimpiadi sono sostenute dal Miur, che il 12.02.2018 ha emanato il Decreto Direttoriale n. 152, con l’obiettivo di pianificare e implementare su scala nazionale proposte di intervento per la realizzazione delle attività per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza di cui all’art. 14 del D.M. n. 851 del 27/10/2017, in particolare per la realizzazione e diffusione di proposte didattiche innovative che utilizzino il debate e il TED (Technology, Entertaimnent, Design) per la promozione della partecipazione studentesca, della collaborazione docenti/studenti e di percorsi personalizzati di apprendimento.
Una “palestra” per promuovere il pensiero critico
Il debate è una metodologia didattica trasversale, che smonta alcuni paradigmi tradizionali e favorisce il cooperative learning e la peer education non solo tra studenti, ma anche tra docenti e tra docenti e studenti; inoltre, avendo in sé anche una componente ludica, appassiona e attiva la motivazione. È un esercizio di democrazia, una palestra di intelligenza, che rende protagonisti i ragazzi e restituisce alla scuola il ruolo di promotrice di pensiero, di immaginazione.
Ri-educare i ragazzi a discutere civilmente di questioni sociali e civili significa ri-costruire, per loro e con loro, modelli di cittadini interessati e impegnati per il bene comune, fine ultimo e alto della politica, e riavvicinarli a un sapere che sia cultura al servizio dell’intelligenza e del cuore.
Gli esercizi di documentazione ed elaborazione critica, che i ragazzi svolgono per preparare un debate, insegnano loro l’importanza dell’imparare a imparare e del lifelong learning, perché nella società della conoscenza occorre costruire, gestire e aggiornare il proprio sapere. Un sapere che deve essere comunicato e condiviso in un mondo complesso, in cui difficilmente è possibile ottenere risultati lavorando da soli.
Per questo anche in ambito professionale la comunicazione e la gestione dei conflitti sono tecniche da imparare.
Sostenere un dibattito ben regolato è una competenza chiave
Anche nello scenario delle recenti nuove competenze chiave per l’apprendimento permanente (competenza personale, sociale e imparare ad imparare, competenza in materia di cittadinanza, competenza imprenditoriale, competenza alfabetica funzionale, competenza in materia di consapevolezza ed espressioni culturali) l’utilizzo del dibattito regolamentato come metodologia di apprendimento può favorire il processo di apprendimento-insegnamento in ottica interdisciplinare, e sviluppare competenze di cittadinanza attiva in ottica inclusiva.
È altresì importante che anche in Italia, come nel resto del mondo, la possibilità di dibattere sia presente pure nella società civile; per questo nel corso delle Olimpiadi è nata la prima Società Nazionale di debate italiana, che potrà offrire a tutti i cittadini interessati la possibilità di avvicinarsi al debate, praticarlo e diffonderlo.