Sfide pedagogiche e didattiche
Il fatto che la scuola italiana, negli ultimi decenni, sia stata spesso rappresentata con la metafora del “cantiere aperto” è certamente significativo di un sentire diffuso, che anche quest’anno non viene smentito dai comportamenti concreti del decisore politico. Ci soffermeremo in particolare sulle modalità con cui l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione (C&C) si trova a misurarsi con la prova dell’esame di Stato e sulle sfide pedagogiche e didattiche che ne derivano.
Una proposta culturale solida con una collocazione istituzionale incerta
La proposta culturale relativa all’insegnamento di Cittadinanza & Costituzione, introdotto dal D.L. 137/2008 convertito nella Legge 169/2008, fu delineata da un Gruppo di lavoro ministeriale (presieduto dal prof. Luciano Corradini) e si è tradotta nel Documento di Indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (MIUR, 4 marzo 2009). Da allora in poi, tutte le volte che è stato necessario indicare i contenuti didattici dell’insegnamento di C&C, si è sempre fatto riferimento al documento di indirizzo per una sperimentazione che non si è svolta, in vista dell’istituzione di un insegnamento a cui non è stato mai dato un baricentro curricolare stabile (orario definito e valutazione autonoma), il che la dice lunga sulla condizione di provvisorietà in cui tale insegnamento versa da un decennio, di cui nessuno dei legislatori che si sono avvicendati negli anni successivi ha mai dato segno di accorgersi, né di voler mettere mano seriamente al ripensamento di un progetto culturale rimasto in sospeso.
La deriva dei (troppi) progetti
Nel frattempo – si sa – il mondo deve andare avanti, e la quotidianità del lavoro scolastico urge e preme in modo impietoso, per cui le scuole si sono variamente organizzate per “interpretare” in qualche modo le indicazioni relative ad un insegnamento rimasto in sospeso tra la trasversalità degli innumerevoli progetti e progettini che da tempo caratterizzano il mondo della scuola e la curricolarità di alcuni riferimenti disciplinari, che poggiano sulle aree storica, letteraria, giuridica (con modalità differenti nei diversi ordini e gradi di scuola). In particolare il riferimento alla pletora di progetti attinenti all’educazione alla salute, all’ambiente, alla pace, alla legalità, ai diritti umani e quant’altro, di cui i PTOF delle scuole fanno in genere bella mostra, appare più di natura burocratico-compilativa che pedagogico-formativa. In altri termini l’indicazione di tali progetti serve a dichiarare che lo spazio di C&C risulta variamente e adeguatamente “presidiato”, più che a delineare un progetto culturale mirante a promuovere competenze sociali e civiche ben determinate ed anche rigorosamente valutate.
C&C nell’esame di Stato: una sfida pedagogica
È soprattutto in rapporto a questa situazione che l’inserimento di C&C tra gli argomenti da accertare nel colloquio orale dell’esame di Stato (OM 205/2019, art. 19) propone una sfida di tipo pedagogico: come potranno le diverse commissioni d’esame “leggere”, dietro la pletora di progetti afferenti a tale area, un disegno culturale traducibile in conoscenze, abilità e competenze da verificare in sede di colloquio? Con quali criteri sarà possibile valutarle con modalità che risultino comprensibili e trasparenti per gli stessi studenti, che non sempre sono stati valutati per gli esiti di apprendimento lasciati da tali progetti?
Cosa inserire nel documento del 15 maggio?
La prima indicazione è quella di puntare soprattutto sulle consapevolezze profonde nell’ambito della cittadinanza, ovvero su ciò che ha messo radici in quella che – per dirla con Platone – potremmo chiamare la “città interiore” dei ragazzi. Contestualmente è necessario effettuare uno screening di ciò che è opportuno inserire nel documento del Consiglio di Classe (da elaborare entro il 15 maggio):
– indicare i temi di cittadinanza che sono stati affrontati durante i percorsi disciplinari, sia in riferimento alle discipline di area storica e giuridica (a cui è affidato tale compito fin dal 2010), sia in riferimento alle altre discipline in cui siano stati affrontati;
– indicare tutti e solo i progetti di istituto di cui siano state effettivamente verificate e certificate le competenze maturate dagli allievi, evitando assolutamente un’enumerazione infinita di progetti che a vario titolo si potrebbero far rientrare nell’ambito della cittadinanza (con una logica di tipo burocratico-rendicontativo e non pedagogico-educativo).
La cittadinanza nelle esperienze di alternanza
La seconda indicazione, di tipo strategico, è quella di cercare di fare in modo che gli studenti inseriscano autonomamente riferimenti a Cittadinanza e Costituzione nel momento in cui espongono la propria esperienza relativa alle Competenze trasversali e di orientamento (nuovo nome dell’Alternanza scuola-lavoro), magari facendo riferimento alle consapevolezze di tipo sociale e civico che hanno maturato a contatto con il mondo del lavoro o del volontariato, guidati dagli insegnanti ad elaborare una riflessione che non si limiti ad esprimere percezioni ed impressioni soggettive, ma consapevolezza profonde ben nutrite di conoscenze e abilità che fanno riferimento alla loro cultura sociale, civile e costituzionale.
La specificità di Cittadinanza & Costituzione
La terza indicazione è quella di verificare che gli elementi essenziali del percorso culturale proposto dal Documento di indirizzo del 2009 siano stati “presidiati” nell’offerta formativa in modo abbastanza organico e completo, magari cercando di dare loro una sorta di unità di sintesi, come si sarebbe potuto fare se fosse stata istituita una disciplina vera e propria (tema su cui si sta discutendo anche in questi giorni e su cui speriamo si possa giungere a felice e positiva conclusione).
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[1] Approfondisco questo tema, in termini pedagogicamente articolati, nel volume: A. Porcarelli, Educazione e politica. Paradigmi pedagogici a confronto, FrancoAngeli, Milano 2012 (maggiori info: https://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?Id=20700).
[2] Per quanto riguarda le logiche e i modelli di progettazione e valutazione per competenze, rinvio al mio testo: A. Porcarelli, Progettare per competenze. Basi pedagogiche e strumenti operativi, Diogene Multimedia, Bologna 2016 (maggiori info: http://www.libreriafilosofica.com/shop/diogene-multimedia/porcarelli-progettare-per-competenze/).
[3] Uno strumento che può offrire idee per un percorso sistematico è quello che abbiamo elaborato con un caro amico e collega: L. Corradini, A. Porcarelli, Nella nostra società. Cittadinanza e costituzione, SEI, Torino 2012 (maggiori info: https://seieditrice.com/catalogo/nella-nostra-societa/).