Un profilo necessariamente al crocevia di molte culture
Per poter esaminare in modo sintetico con quali consapevolezze indispensabili dev’essere “attrezzata” la professionalità del dirigente scolastico, occorre fare riferimento alle culture necessarie all’esercizio efficiente ed efficace della sua professione.
Gli occorre preliminarmente una cultura giuridica che spazi dai fondamenti costituzionali alla legislazione scolastica, ma centrale sarà una cultura psico-socio-pedagogica che aiuterà il dirigente a mettere a fuoco i traguardi del proprio istituto in termini di apprendimenti inclusivi, significativi, efficaci e motivanti. Si accorgerà, in tale prospettiva, che la sua azione professionale necessita di cultura organizzativa, in quanto solo una scuola intesa in termini di sistema organizzativo complesso, fondato sulla circolarità riflessiva incessante, può garantire la tensione continua verso il conseguimento della destinazione di scopo della Scuola: il successo formativo in chiave inclusiva per ogni singolo alunno/studente debitamente conosciuto, riconosciuto e trattato nelle sue peculiari potenzialità.
La cultura giuridica
Preliminarmente il dirigente scolastico deve prendere atto dell’art. 25 del D.lgs. 165/2001, da cui si evincono i termini della sua responsabilità dirigenziale: …”il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio” …
Di qui le consapevolezze giuridiche indispensabili relativamente a:
– i risultati del servizio che si concretizzano nella garanzia reale del pieno riconoscimento del diritto allo studio non solo in termini di diritto alla frequenza (art. 34 Costituzione e D.lgs. 63/2017), ma anche come diritto alla realizzazione piena delle specifiche potenzialità personali, fatte evolvere verso competenze trasversali (artt. 2, 3 della Costituzione, in combinato disposto con l’art. 1 del DPR 275/1999, l’art. 1 della L. 53/2003 e l’art. 1, comma 1 della L. 107/2015, nonché con i Profili in uscita previsti da Ordinamenti, Indicazioni Nazionali e Linee Guida in vigore e dai “Nuovi Scenari” disegnati per il primo ciclo di istruzione). Il tutto va collegato con documenti internazionali di una certa rilevanza, quali ad esempio le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa del 22 maggio 2018 (nuove Competenze chiave), l’EQF (2008 e 2017), l’Agenda 2030 ed anche con le norme attualmente in vigore in tema di inclusività (cornice disegnata dal DM 27 dicembre 2012, che oggi si amplia al D.lgs. 66/2017, alla L. 170/2010 e ad ogni altra disposizione in materia di BES);
– tutte le responsabilità del dirigente scolastico, dalla dirigenziale alla disciplinare, dall’amministrativa e contabile alla civile e penale;
– i profili professionali delle risorse umane del personale docente ed ATA, al fine di valorizzarle al meglio nel rispetto non solo delle caratteristiche personali e delle esperienze pregresse, ma anche delle previsioni contrattuali, nei cui confini l’ottimizzazione dell’azione professionale di ciascuno può e deve trovare la più ampia realizzazione;
– il sistema espansivo di autonomia della scuola nell’ambito del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione, così come disegnato dalla L. 59/1997, art. 21, dal conseguente DPR 275/1999 con modifiche ed integrazioni apportate dalla L. 107/2015, e dai relativi decreti attuativi, collegato al sistema dei controlli e alle forme di valutazione della scuola di cui al DPR 80/2013.
La cultura organizzativa
Le consapevolezze giuridiche, soprattutto riferite ai reali diritti dell’utenza, alla complessità di tale garanzia da parte della scuola, alla responsabilità dirigenziale collegata alle possibilità espansive del sistema di autonomia dell’istituto scolastico, devono spingere il dirigente ad avvalersi del contributo delle scienze dell’organizzazione, al fine di garantire efficienza alle azioni professionali di tutto il personale, in vista dell’efficacia del risultato. Grazie a tale contributo scientifico egli orienterà la propria capacità di leadership attraverso le varie forme necessarie e saprà esercitare in modo autorevole l’azione di management soprattutto nelle fasi progettuali, conseguenti ad un’attenta governance, finalizzata a controlli diagnostici continui dei processi organizzativi. Il tutto nella cultura dell’empowerment, di spinta incoraggiante continua.
Il contributo delle scienze dell’organizzazione concorrerà a far acquisire spendibilità concreta alle forme di autonomia riconosciute dal combinato disposto del DPR 275/1999 e della L. 107/2015, soprattutto attraverso lo strumento dell’atto di indirizzo al collegio dei docenti, come corollario di tutte le forme di valutazione dell’istituto e fase propedeutica alla progettazione del nuovo PTOF e delle misure di accompagnamento dell’aggiornamento del personale (DM 797/2016), che assume i caratteri dell’apprendimento organizzativo.
La cultura psico-socio-pedagogica
“Il risultato del servizio” di cui risponde il dirigente scolastico ai sensi dell’art. 25 del D.lgs. 165/2001 si concretizza, come si è visto, nello sviluppo delle peculiari potenzialità personali verso i profili in uscita fissati dallo Stato per i propri cittadini in età evolutiva, per ciascun ordine e grado di scuola. Tali profili in uscita sono essenzialmente riconducibili all’autonomia nell’apprendimento, alla capacità di metacognizione, all’abilità di utilizzo degli impianti disciplinari nella vita reale, alla capacità di porsi e risolvere problemi…
Ne scaturisce per il dirigente scolastico la necessità di una cultura psico-socio-pedagogica che gli consenta di guidare la progettazione ed il controllo di processi formativi.
Indispensabile dunque risulta la padronanza delle teorie dell’apprendimento, per guidare e coordinare la progettazione ed il controllo dei processi di apprendimento a livello macro (collegio dei docenti) e/o micro (consigli di classe o team).
Va pertanto notato che, dalla ricerca più accreditata sull’efficacia e la spendibilità degli apprendimenti, appare evidente come organizzare ambienti di apprendimento oggi comporti il non poter prescindere dalle innovazioni della ricerca nel settore, dall’utilizzo degli strumenti digitali e dall’esercizio delle abilità nei contesti d’uso e/o di lavoro. Il dirigente scolastico diviene allora agente di innovazione didattica e metodologica continua e garante dello sviluppo professionale continuo dei suoi docenti, che responsabilizza rispetto al risultato (azione di management) e orienta convincendo, inculcando anche il gusto della ricerca continua (leadership).
La leadership del dirigente
Basteranno tali consapevolezze? Sì, a condizione che la persona del dirigente scolastico sia autorevole e convincente, capace di leadership ed empowerment e di diffondere all’interno del proprio istituto la cultura del risultato, da perseguire attraverso la circolarità riflessiva nella progettualità incessante.