Che cosa sono i Disturbi Specifici di Apprendimento?
Con l’espressione “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” (DSA) si intende una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, appartenenti ai disturbi del neurosviluppo (DSM 5, 2014).
Come emerge dalla definizione della Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (Cc-ISS, 2011), essi interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Nello specifico, sulla base del deficit funzionale, vengono distinte le seguenti condizioni cliniche:
- dislessia, disturbo nella lettura intesa come abilità di decodifica del testo;
- disortografia, disturbo nella scrittura intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica;
- disgrafia, disturbo nella grafia intesa come abilità grafo-motoria;
- discalculia, disturbo nelle abilità di numero e di calcolo intese come capacità di comprendere e operare con i numeri.
Aumento delle certificazioni di DSA: allarme o fenomeno fisiologico?
Una fotografia della distribuzione degli alunni con certificazione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) o con certificazione di rischio di DSA nelle scuole italiane di ogni ordine e grado ci viene fornita dal focus pubblicato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con riferimento all’anno scolastico 2016/2017.
Emerge che la percentuale più alta di alunne e alunni con DSA si trova nella scuola secondaria di 1° grado, la cui frazione è pari al 5,4% dei frequentanti, contro il 4% della secondaria di 2° grado e il 3,2% della primaria.
Confrontando questo dato con quelli delle rilevazioni precedenti, si denota un aumento, che ovviamente è fisiologico ed indica un’evoluzione sia della sensibilità di genitori, insegnanti e clinici nel riconoscere questi disturbi, sia della capacità di certificare correttamente il disturbo.
Prima delle Consensus Conference sui DSA, le diagnosi di DSA erano relativamente infrequenti rispetto alle prevalenze attese, e tuttora in alcune regioni italiane non raggiungono l’1%.
La diagnosi viene effettuata da un team multiprofessionale (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista) secondo precisi criteri diagnostici e, per evitare la rilevazione di falsi positivi, prevede l’utilizzo di test standardizzati, sia per misurare l’intelligenza generale che l’abilità specifica.
Quali tutele a scuola per gli alunni con DSA?
La legge 170/2010 tutela il diritto allo studio dei ragazzi dislessici e dà alla scuola un’opportunità per riflettere sulle metodologie da mettere in atto per favorire tutti gli studenti, valorizzando il loro vero potenziale.
Per gli allievi con certificazione diagnostica di DSA la scuola è obbligata a formalizzare gli interventi di individualizzazione e personalizzazione implementati, ivi compreso l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative necessari a garantire il successo scolastico dell’alunno, nel Piano Didattico Personalizzato (PDP).
La scuola infatti ha un ruolo determinante nella presa in carico degli alunni con DSA e necessita di competenze organizzative, metodologiche, didattiche e valutative, nutrite da una formazione continua e di qualità.
“Dislessia amica – livello avanzato”: opportunità per la formazione continua
A tal proposito si pone l’attenzione sul percorso gratuito di formazione in modalità e-learning “Dislessia Amica – livello avanzato”, in continuità con il percorso “Dislessia amica” svolto negli anni precedenti, organizzato da AID (Associazione Italiana Dislessia) con il sostegno di Fondazione TIM e d’intesa con il MIUR.
Obiettivo del percorso formativo è incentivare nelle scuole le condizioni organizzative per valorizzare le modalità e le strategie di apprendimento più funzionali per gli allievi con DSA.
In particolare si propone di incrementare nei docenti quelle competenze necessarie a rendere la scuola realmente inclusiva per tutti gli alunni portatori di Bisogni Educativi Speciali, ed in particolar modo per gli studenti con DSA.
Davvero una bella opportunità per prendersi cura del sé professionale offerta agli insegnanti interessati, che devono essere iscritti nella specifica piattaforma (http://www.dislessiaamica.com/it/progetto) dal Dirigente scolastico. Tre sono i turni di partecipazione previsti:
- primo turno (marzo-maggio 2019) – scadenza iscrizione: 28 febbraio 2019;
- secondo turno (ottobre-dicembre 2019) – scadenza iscrizione: 30 settembre 2019;
- terzo turno (gennaio-marzo 2020) – scadenza iscrizione: 31 dicembre 2019.
Alle scuole in cui almeno il 60% dei docenti iscritti al corso completa con successo l’iter formativo nel tempo prestabilito, viene rilasciata la certificazione di scuola “Dislessia amica – livello avanzato”.
Il modello formativo e-learning
Il corso, della durata di 50 ore e senza vincolo orario di collegamento online, è articolato in due fasi.
La prima fase è di carattere generale e si articola in cinque moduli; al termine di ogni modulo il corsista dovrà svolgere un questionario valutativo, il cui superamento consentirà l’accesso al modulo successivo.
Completati con successo i cinque moduli, il docente dovrà rispondere ad un questionario di gradimento, ultimato il quale potrà accedere alla seconda fase del percorso formativo, caratterizzata da contenuti specifici per i diversi ordini di scuola. Terminato lo specifico percorso, il docente dovrà compilare obbligatoriamente il relativo questionario non valutativo, composto da dieci domande a risposta chiusa, con quattro opzioni di risposta.
Una volta ultimata anche la seconda fase ed il relativo questionario di gradimento, il docente avrà completato il corso e conseguirà l’attestato di partecipazione all’evento formativo.
Importante novità rispetto alla precedente edizione
Importante novità è che l’edizione “Dislessia amica – livello avanzato” consente la partecipazione anche alle scuole dell’infanzia che nel periodo settembre-dicembre hanno partecipato ad un percorso di sperimentazione specifico.
La scuola dell’infanzia è sicuramente una finestra temporale privilegiata per l’osservazione di eventuali campanelli d’allarme e per la relativa gestione pedagogica; consentire pertanto anche ai docenti di tale settore formativo la partecipazione a questo importante percorso è sicuramente una straordinaria opportunità offerta dall’Associazione Italiana Dislessia, quotidianamente impegnata ad individuare e diffondere strategie che possano aiutare i bambini che fanno fatica ad imparare a compensare al massimo il disturbo di cui sono portatori, e a riuscire al meglio negli apprendimenti e nelle relazioni.