Prosegue il processo di modernizzazione tecnologica del sistema scolastico italiano. Il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) rappresenta un’occasione per mettere a fuoco (e finanziare) una pluralitĂ di risorse utilizzabili per rinnovare gli ambienti di apprendimento delle nostre scuole (cfr. Brescianini, 116). Ma il digitale non consiste solo nello sviluppo delle infrastrutture, sempre piĂą necessario (ad esempio nella sostenibilitĂ delle connessioni), o nel dotare le scuole di attrezzature tecnologiche adeguate: altrettanto decisiva è l’incidenza delle soluzioni tecnologiche sull’attivitĂ didattica, e quindi sulla possibilitĂ di migliorare gli esiti degli apprendimenti degli allievi (cfr. Cattaneo, 114) o rendere piĂą agevole la comunicazione verso le famiglie attraverso siti e social (cfr. Baldascino, 108). La scuola è fatta di aule, corridoi, palestre, spazi comuni, mense, servizi, spazi verdi. Questo è lo “zoccolo duro” di ogni ambiente di apprendimento (v. alla voce Sicurezza), che richiede un’inversione di tendenza in materia di edilizia scolastica (cfr. Nutini, 112). C’è poi una dimensione “soft”, fatta di scelte organizzative, didattiche innovative, formazione del personale, stile di lavoro. Quando si parla di innovazione occorre tenere insieme tutte queste variabili e non pensare solo all’ultimo gadget tecnologico.
2019-01-06