L’ordinamento scolastico nel corso del 2018 non ha subito consistenti variazioni, tenendo conto del rallentamento nella fase di attuazione dei decreti legislativi emanati nel 2017. La stessa legge 107/2015 era stata assai parca di interventi sulla struttura scolastica, se si escludono l’istruzione professionale e in parte il sistema integrato 0-6. Si è preferito potenziare gli strumenti dell’autonomia, rendendo più flessibile l’utilizzazione delle risorse umane (si pensi all’organico funzionale ed all’organico di potenziamento, che ha comunque comportato l’incremento netto di 55.258 posti, di cui 6.446 di sostegno), anche se mancano indagini probanti sugli effetti di tali innovazioni. Le indicazioni di lavoro non sono mancate, associando il contrasto alla dispersione ad un impiego più flessibile delle risorse umane (nota 1143 del 17-5-2018), anche per superare l’eccessiva enfasi sui Bisogni Educativi Speciali e sui Piani Didattici Personalizzati. Linee guida per la gestione dell’organico funzionale erano state emanate con la CM 5 settembre 2016, n. 2852 (cfr. Stornaiuolo, 104). Qualche novità sembra profilarsi per la scuola primaria, dopo l’approvazione dell’affidamento a docenti esterni (ISEF) dell’insegnamento di educazione fisica (cfr. Cerini, 117). Ma già premono all’orizzonte anche gli esperti di musica e gli specialisti di inglese: da affidare ad esterni o abilitando i docenti elementari? La legge di bilancio per il 2019 non scioglie il dilemma. Intanto, comunque, un buon segnale arriva su fronte del tempo scuola: vengono assegnati ulteriori 2.000 posti per estendere il tempo pieno, che è già al 34% a livello nazionale ma assai fragile al Sud (cfr. Cerini, 113).
2019-01-07