Come ogni semestre facciamo il punto sullo stato di salute della scuola, prendendo spunto dalle news che abbiamo pubblicato su Scuola7.it negli ultimi sei mesi. Questo consente di recuperare facilmente (con appositi link) un’informazione preziosa, disponibile sul web, e di cogliere qualche indizio sul futuro. Cosa accadrà nei prossimi mesi? Non è facile interpretare questa stagione della politica scolastica.
Il sistema educativo italiano, articolato in 42.000 scuole statali (oltre alle paritarie) e in oltre 8.000 istituti scolastici autonomi, è un’organizzazione complessa, che si irradia su tutto il territorio nazionale. Gode ancora della fiducia dei cittadini (a leggere gli ultimi barometri sociali), ha ottenuto importanti traguardi in materia di inclusione e capacità di accoglienza, anche se permane una fascia di esclusione e di dispersione. I risultati degli apprendimenti sono più contraddittori (e molto differenziati sulla base del territorio, del ceto sociale, della stessa scuola frequentata) e si parla di “ascensore sociale” bloccato.
I problemi si ripresentano puntuali ad ogni anno scolastico: un patrimonio edilizio invecchiato e poco sicuro; un’organizzazione ancora troppo burocratizzata; una classe docente retribuita al minimo (rispetto all’Europa) ma a cui non si ha il coraggio di offrire e chiedere più qualità (innovazione nei metodi, formazione obbligatoria, carriere aperte); didattiche spesso di routine (anche se aumenta il numero degli innovatori); criticità nei saperi della modernità (digitale e lingua inglese) ma anche negli alfabeti di base (leggere, scrivere, fare di conto). All’orizzonte un turbamento sottile che riguarda la qualità della vita nelle nostre scuole (l’educazione al rispetto, la gentilezza dei rapporti, la passione per lo studio, l’autorevolezza dei docenti). Sarà per questo che si sente l’esigenza di mettere all’ordine del giorno una più fondata educazione al “civismo”. Se ne parlerà prossimamente in Parlamento.
Insomma non è facile, nemmeno per chi si è presentato all’insegna del Governo del cambiamento, affrontare una quantità così estesa di problemi, sapendo che spesso le emergenze prendono il sopravvento (il reclutamento dei docenti, la loro mobilità, l’insufficienza dei finanziamenti, ecc.). C’è il rischio di ripiegare in una comoda area di sosta, di compiere qualche gesto simbolico, di assicurare il massimo di “pace sociale” tra docenti, dirigenti e genitori. Un sano pragmatismo non guasta, ma si vorrebbe anche cogliere qualche traccia sicura sull’idea di scuola che ci si propone di realizzare nei prossimi anni, possibilmente con il consenso dei cittadini e di chi opera nella scuola. Scuola7.it, settimana dopo settimana, cercherà di raccontare questa storia, con equilibrio e competenza, come è nel suo stile (gc).