Nel secondo semestre del 2018 il concorso a 2.445 posti di dirigente scolastico ha preso decisamente forma. Ă stato superato lâinsidioso âgiro di boaâ della prova preselettiva del 23 luglio 2018 senza eccessivi problemi, se non qualche amara riflessione circa gli effetti âperversiâ che una procedura cosĂŹ strutturata rischia di apportare alla preparazione dei futuri dirigenti, che non può certo ridursi allâacquisizione mnemonica di una ingente mole di informazioni, dati, norme, ecc. Ă arrivato il momento dello scritto, un tipo di prova che â al netto degli intoppi di carattere informatico e digitale â dovrebbe maggiormente mettere in evidenza la capacitĂ di un candidato-dirigente di muoversi con fluiditĂ nel âmare apertoâ dei contenuti del programma dâesame, ma anche e soprattutto di affrontare questioni operative legate al suo ruolo, inquadrare i problemi dellâorganizzazione scolastica, abbozzare ipotesi di soluzione e di miglioramento del servizio. A questa visione equilibrata si sono ispirati i migliori manuali per la preparazione allo scritto (cfr. Spinosi, 101) ed i suggerimenti forniti (cfr. Valentino, 106) per non farsi impressionare troppo dalla vastitĂ del programma dâesame, cosĂŹ come emergeva dai âQuadri di riferimento per la prova preselettivaâ. In particolare câera da auspicare che il focus dei quesiti scritti (non il classico tema, un poâ retorico, un poâ buonista, un poâ romanzato) fosse rivolto proprio alle azioni professionali del dirigente, al concreto esplicarsi delle funzioni organizzative e gestionali, ma anche valutative, formative, progettuali, relazionali (cfr. Spinosi, 108). CosĂŹ è in larga parte avvenuto (la prova si è svolta il 18 ottobre 2018), anche se questa curvatura ha creato qualche perplessitĂ in chi aveva immaginato che il profilo del dirigente scolastico fosse equiparabile in toto a quello di un dirigente amministrativo tout court, attento alla correttezza delle procedure piuttosto che alla visione complessiva di un sistema educativo. La redazione di Scuola7.it ha svolto un sondaggio (oltre 1.800 i partecipanti) rivolto principalmente ai candidati che hanno sostenuto la prova scritta. Sono emersi stati dâanimo diffusi, ad esempio la percezione di frettolositĂ , la mancanza di un tempo minimo per argomentare, la difficoltĂ a selezionare le argomentazioni pertinenti (cfr. Zauli, 109), ma anche un sostanziale apprezzamento per il taglio operativo dato a molti dei quesiti proposti (con qualche dubbio sulle prove di lingua straniera), anche se non manca chi avrebbe voluto una maggiore attenzione alla normativa ed ai contenuti âstrettiâ del programma dâesame (cfr. Spinosi, 110). Ogni concorso, comunque, lascia trapelare lâidea di professionalitĂ a cui si ispira, e a noi pare che lâidea di dirigente che emerge dagli scritti (e che a maggior ragione dovrĂ emergere dagli orali) sia coerente con la normativa che regola la funzione dirigenziale e con le esigenze della scuola di oggi, alla ricerca di spazi di autonomia e di responsabilitĂ (cfr. Cerini, 110). Intanto, però, il concorso è proseguito con le prove suppletive (13 dicembre 2018), rese necessarie a seguito delle vicende meteorologiche sarde e di inaspettate sentenze del Consiglio di Stato, che hanno riammesso cautelativamente alcune centinaia di candidati. Apparentemente il concorso è ora in discesa (è stata completata la nomina delle commissioni giudicatrici) e si auspica una precoce primavera per le prove orali.
2019-01-07