I test di inglese: una novità assoluta?
Le prove INVALSI in quinta superiore esordiranno per la prima volta nel prossimo mese di marzo e, anche se i maturandi 2019 si sono già confrontati con prove standardizzate (di italiano e matematica) per ben quattro volte durante la loro carriera scolastica, questa sarà la prima volta in cui i ragazzi affronteranno una prova standardizzata di lingua inglese. Le prove si svolgeranno in modalità CBT (computer based) e le abilità testate saranno quelle ricettive (comprensione della lettura e comprensione dell’ascolto).
In realtà per l’inglese questo tipo di prova non rappresenta affatto per le scuole una novità assoluta: i format delle prove strutturate o semi-strutturate di ascolto e di lettura fanno parte da sempre della didattica quotidiana dei docenti d’inglese, che li utilizzano anche ai fini della preparazione degli studenti alle prove di certificazione esterna che molti studenti sostengono nel corso degli studi secondari.
Nessuna paura delle prove INVALSI di inglese quindi, ma molta curiosità da parte dei docenti, che aspettano la pubblicazione degli esempi di task INVALSI di ascolto e di lettura per valutarne somiglianze e differenze con il materiale didattico in uso, e per integrarli nella loro programmazione.
Non solo B2 – La questione dei livelli
Diversamente dall’italiano e dalla matematica, per la lingua inglese il livello di competenza in uscita dalla scuola secondaria è definito non solo dagli ordinamenti nazionali (Indicazioni Nazionali per i licei e Linee Guida per istituti tecnici e professionali), ma anche da un documento sovranazionale, il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER), un sistema descrittivo messo a punto dal Consiglio d’ Europa nel 2001 e rivisitato ed integrato, per quanto attiene alla descrizione dei livelli, dal Companion edito nel 2017. Il QCER descrive le competenze linguistiche acquisite da chi studia le lingue straniere in Europa, attraverso una scala di riferimento che individua sei livelli (A1, A2, B1, B2, C1, C2), dal livello base (A1) a quello avanzato di padronanza (C2).
Sia le Indicazioni Nazionali sia le Linee Guida riportano esplicitamente, come profilo in uscita dalla scuola secondaria di II grado, il raggiungimento di una competenza riconducibile al livello B2 del QCER. Sarebbe stato quindi ragionevole che la prova INVALSI di inglese proponesse soltanto quesiti di livello B2, per verificare se lo studente avesse conseguito o meno il livello prescritto dalla norma. Lo spirito non è però semplicemente quello di separare chi abbia conseguito il livello B2 da chi ancora non lo abbia raggiunto, operazione che fornirebbe un’informazione parziale e poco utile allo studente ed anche al sistema. La logica non è quella del pass-fail, del dentro o fuori, bensì quella di restituire una descrizione il più possibile accurata del livello di competenza del singolo studente. Pertanto, sia per l’ascolto sia per la lettura, sono state disegnate prove bi-livello B1/B2, che contengono tre compiti (task) di livello B2 (il livello target) e due compiti di livello B1 (il livello precedente). Infatti soltanto includendo nella prova quesiti di livello B1 è possibile attestare in modo scientifico se la competenza nell’ascolto o nella lettura di uno studente che non abbia eventualmente raggiunto il livello B2 possa essere descritta come di livello B1.
Reading e Listening sì, ma diverse dal solito
Si è detto che il format delle prove strutturate sulle competenze ricettive, quelle che vengono comunemente definite reading comprehension e listening comprehension, rappresenta una prassi consolidata nell’insegnamento e nella valutazione della lingua inglese.
Tuttavia le prove proposte da INVALSI presentano alcune fondamentali differenze rispetto al materiale didattico più comunemente in uso.
Testi autentici
Le attività di ascolto e di lettura proposte a scuola spesso si basano su testi e brani di ascolto sviluppati appositamente come materiale didattico.
I testi e i file audio si cui si basano i task INVALSI sono invece testi completamente autentici, non scritti o registrati a scopo educational. Si tratta di testi tratti dalla vita reale, come articoli, narrazioni, presentazioni, interviste, conferenze, estratti di programmi radiofonici, che presentano le caratteristiche di naturalezza proprie della comunicazione autentica.
General English, non lingua letteraria o settoriale
Nel secondo biennio, e soprattutto nel quinto anno della scuola superiore, il focus dell’insegnamento e della valutazione si sposta dalla lingua ai contenuti, e le verifiche degli apprendimenti spesso si basano solo su testi di tipo letterario (licei) o caratterizzati da un linguaggio settoriale (istituti tecnici e professionali).
La prova INVALSI presenta invece testi e file di ascolto di tipo generale su un’ampia varietà di contenuti.
Un testo – un metodo
Nella prova vengono proposti diversi tipi di domande (scelta multipla, abbinamento multiplo, a risposta aperta breve), ma in ogni task viene proposta una sola tipologia di domande. In questo modo lo studente non viene distratto da domande di tipo diverso su uno stesso testo, e si concentra meglio sul contenuto del brano che deve comprendere.
Ampia varietà di testi
La prova presenta cinque diversi testi o brani audio, ciascuno con un numero limitato di domande di comprensione. Questo permette, allo studente che trovasse eventualmente poco accessibile o meno interessante uno dei testi proposti, di ricominciare ex novo con un nuovo testo. I testi non vengono sfruttati in modo intensivo, ma vengono poste domande su concetti o informazioni che si trovino ben distanziate nel testo, in modo da non sovraccaricare l’attenzione dello studente e simulare la lettura e l’ascolto naturali.
Un esempio per ogni task
In tutti i task la prima domanda costituisce l’esempio (la risposta è già data). L’esempio ha la funzione di presentare allo studente la tipologia di domande e fargli comprendere che tipo di risposta è richiesta, e quindi che tipo di lettura o di ascolto ci si aspetta da lui.
Abilità ricettive
A differenza delle prove proposte a scuola, che spesso verificano le abilità in modo integrato e richiedono risposte aperte anche lunghe e articolate, la prova standardizzata mira a testare le abilità ricettive e non quelle produttive; pertanto le domande proposte sono di tipo strutturato a risposta chiusa. Le uniche domande a risposta aperta sono del tipo a risposta breve (massimo quattro parole), che non rappresenta una vera produzione linguistica, ma solo la registrazione sintetica dell’informazione richiesta.
Comprensione, non riflessione sulla lingua
Nell’attività didattica quotidiana si utilizzano brani di lettura o di ascolto anche come occasione di riflessione sulla lingua. I quesiti della prova INVALSI di inglese non focalizzano esplicitamente su aspetti grammaticali, sintattici o lessicali, bensì sulla comprensione del contenuto del testo o del brano di ascolto, nella consapevolezza che la competenza morfologico-sintattica è sottesa alla comprensione dei messaggi e ne costituisce un prerequisito indispensabile.
Backwash effect su insegnamento-apprendimento
Come si è detto, le prove propongono testi che possono spaziare come argomento dalla scienza alle news, dalle curiosità ai temi sociali, e come tipologia testuale possono includere testi espositivi, narrativi, argomentativi, regolativi, continui e non continui. Per questo motivo la prima ricaduta positiva delle prove potrebbe essere quella di riportare il focus dell’insegnamento e della valutazione sulla lingua viva e reale della comunicazione, ed esporre gli studenti a diversi tipi di linguaggi, e non solo a quelli più tradizionalmente collegati ad un particolare indirizzo di studi.
Proporre agli alunni testi scritti o orali autentici può inoltre aumentare la motivazione dello studente a mettersi in gioco, per comprendere e per interagire con il documento che gli viene presentato, ponendolo in una posizione di partecipazione attiva che naturalmente favorisce l’apprendimento linguistico.