Nel mese di luglio 2018 è partita la macchina del concorso che dovrà portare 2.445 nuovi dirigenti scolastici a coprire altrettante sedi vacanti, sperabilmente dal 1° settembre 2019. Si sa, le scuole sono in sofferenza di reggenza, e l’ultimo concorso fu bandito nel lontano 2010. Molte parole sono state spese sulla complessa procedura che porterà a selezionare i vincitori, partendo da una platea di candidati superiore di 15 volte i posti disponibili (Prontera, 73). Si è imposta così l’esigenza di una prova preselettiva a quiz (100 quesiti a risposta chiusa multipla) rappresentativi dei 9 temi alla base del programma di concorso (1. Ordinamento scolastico, 2. Leadership, 3. Progettazione strategica, 4. Ambiente di apprendimento, 5. Gestione del personale, 6, Valutazione, 7. Elementi di diritto, 8. Contabilità, 9. Europa). (Spinosi, 87). La pubblicazione con 30 giorni di anticipo della banca dati completa dei 4.000 test, da cui estrarre i 100 quesiti della prova, può tranquillizzare i partecipanti, ma si presta ad uno studio di tipo ripetitivo, più utile a memorizzare una quantità smisurata di dettagli che a far studiare e argomentare su questioni fondamentali. Alcune aree del programma hanno risentito di questa logica, seppure fosse stata preceduta da un quadro di riferimento fin troppo dettagliato (Spinosi, 95). Sono riusciti a superare la prova, regolarmente tenutasi il 23 luglio 2018, coloro che hanno dedicato un tempo intenso e sistematico alla focalizzazione degli item corretti, inseriti però in una visione d’insieme di tutte le conoscenze implicate dal concorso (Spinosi, 97).
Ora si è in attesa del prossimo step, cioè della prova scritta per quesiti sintetici, cui rispondere con brevi testi di non oltre 2.500-3.000 battute per ciascuna delle 5 domande (oltre a due brevi serie di quesiti in lingua, di carattere chiuso). Nel poco tempo a disposizione (20 minuti per domanda) occorre saper “comunicare” in forma chiara e sobria le conoscenze sollecitate dalla domanda, prestando attenzione alla tipologia dei quesiti: un conto, infatti, è un quesito secco di taglio informativo; un altro è la richiesta di argomentare, spiegare, ricostruire; un altro, infine, è l’ipotesi di affrontare un problema professionale fornendo elementi di possibile soluzione (una mini-analisi di caso, che il BANDO però rimanda alla prova orale). (Spinosi, 100). Ma, finalmente, si metteranno alla prova competenze non esclusivamente mnemoniche dei futuri dirigenti, andando oltre, si spera, la pur necessaria conoscenza del quadro giuridico-normativo.