Dall’inclusione al successo formativo

L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Dipartimento per il sistema di istruzione e formazione, con  nota 1143 del 17 maggio 2018, ha promosso una riflessione sul tema dell’inclusione in un’accezione ampia di successo formativo per ciascuno studente[1].

In data 14 agosto 2018 il MIUR ha diffuso sul sito istituzionale www.miur.gov.it al link http://www.miur.gov.it/-/l-autonomia-scolastica-per-il-successo-formativo un uteriore Documento su “L’autonomia scolastica per il successo formativo”. Il materiale è l’esito, in sintesi, dei lavori del gruppo appositamente istituito con Decreto Dipartimentale n. 479 del 24 maggio 2017, presso il Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione, con il mandato di individuare, sia in ambito organizzativo che metodologico-didattico, strategie di innovazione, ricerca e sperimentazione proprie dell’autonomia scolastica per il successo formativo degli studenti.

Materiali di orientamento culturale

Il Gruppo di lavoro ha avuto il compito di formulare ricognizione in materia di bisogni educativi speciali, proponendo altresì nuovi quadri di riferimento e individuando buone prassi per accompagnare i modelli di supporto e di accompagnamento al percorso. Ulteriori finalità dei lavori, indicate in decreto dipartimentale, sono, inoltre, la proposta di strategie volte a valorizzare la funzione docente e la proposta di indicazioni per il rinnovo del Piano dell’offerta formativa triennale e la progettazione didattica e metodologica, attraverso confronto fattivo e proficuo con le scuole.

“L’autonomia scolastica per il successo formativo”: i criteri pedagogici chiave

Il dossier si struttura in una sezione dedicata alle leve di processo suddivisa in:

– curricoli inclusivi con particolare riferimento al superamento della parcellizzazione dei progetti e degli interventi, assumendo il framework dell’Universal Design for learning[2] per una progettazione didattica “plurale”, dove ciò che è necessario per alcuni diventi utile per tutti;

– valutazione: leva prioritaria per lo sviluppo di curricoli inclusivi con una piena sintesi fra valutazione degli apprendimenti e degli studenti, valutazione delle strategie inclusive nel progetto di scuola e valutazione del sistema scolastico. Occorre quindi individuare percorsi inclusivi con verifiche e valutazioni congruenti che possano testimoniare i risultati di apprendimento;

– relazione educativa e clima di classe in accezione ampia che travalichi il controllo della disciplina, ma promuova interesse e riconoscimento dell’altro come persona;

– relazione fra competenze disciplinari e competenze di cittadinanza con il rovesciamento del paradigma non più centrato su parti di conoscenza, ma sulla capacità di costruire cultura attraverso il lavoro sul caso concreto e sull’individuazione dei nuclei fondanti e sull’essenzializzazione dei contenuti con l’utilizzo di tutti i mediatori didattici;

– orientamento e “vocazionalità” del percorso di apprendimento, un timone oltre che una leva, da avviare sin dall’inizio del percorso scolastico attraverso una didattica orientativa che ponga al centro la scuola come strumento per il superamento degli ostacoli, anche attraverso il ripensamento della documentazione educativa.

Le leve organizzative

In una apposita sezione del testo sono indicate alcune leve organizzative:

– progettazione e documentazione ove si esplicita la non obbligatorietà dell’elaborazione dei Piani Didattici Personalizzati (PDP), da considerare altresì come uno fra i possibili strumenti di documentazione volto a facilitare la condivisione di tipo organizzativo;

– organizzazione degli spazi e dei tempi, “setting” per l’apprendimento, con rimodulazioni e soluzioni organizzative flessibili che riducano le “barriere” non solo di tipo architettonico e che mettano al centro soluzioni laboratoriali volte a una didattica per ambienti di apprendimento, anche valorizzando appieno le tecnologie;

– piano per l’inclusione che espliciti le modalità per la realizzazione del curricolo inclusivo, procedure per la valutazione, ruolo delle famiglie e modalità di rapporto con la scuola, scelte per valorizzare le risorse professionali e risorse complessive necessarie.

I ruoli dei diversi soggetti

Un’apposita sezione del documento affronta le leve gestionali e i ruoli dei diversi soggetti, in particolare:

– il dirigente scolastico con funzione di indirizzo;

– i docenti con funzioni connotate da competenze non solo disciplinari, ma con una forte capacità di progettazione comune;

– i docenti di sostegno con specifiche competenze, anche in un interscambio di ruoli e di attività fra tutti i docenti;

– le figure di sistema e gli staff in ottica di leadership diffusa;

– la formazione del personale scolastico con riferimento alle opportunità del Piano per la formazione docenti e all’utilizzo di strategie specifiche (mentoring, peer-coaching…) che superino la modalità frontale di trasmissione delle conoscenze;

– la rete territoriale in chiave di governance diffusa, attraverso gli ambiti territoriali per realizzare l’autonomia scolastica come strumento di rete, attraverso il coordinamento degli Uffici Scolastici Regionali e degli ambiti.

Rafforzare le scelte unitarie della comunità professionale

Il documento si propone, quindi, di rinnovare la visione in cui l’autonomia scolastica delle scuole è stata agita fino ad ora per un obiettivo-chiave di scuola inclusiva, che sappia superare l’interpretazione delle differenze come “categorie” rivedendo linguaggi e significati.

L’ottica è quella di ricomporre ad unità lo studente, non etichettandolo in categorie formali, per adempimenti operativi e burocratici, ma mantenendo una visione globale con una decisa centratura sulla progettazione organizzativa e didattica, cuore della professionalità docente e della comunità scolastica.

Il luogo dove esplicitare l’agire della scuola è il curricolo, da ampliare oltre al tema “contenuti”/apprendimenti, ma che deve contemplare il come, il cosa, il quando e il perché delle scelte e dei percorsi scolastici. Si tratta, perciò, di saper transitare dal particolare di ciascuno al valore aggiunto per la comunità educante in generale, nel rispetto dell’eterogeneità e delle differenze.

Quanto indicato dal documento è certamente condivisibile e perlopiù conosciuto al mondo della scuola, che saprà certamente ben cogliere la necessità di superare la frammentazione del bisogno educativo speciale e della “particolarità” di ciascuno in documenti singoli talora non collegati, unificandoli nella comune ricerca di una piena accoglienza di ciascun alunno nel Piano per l’inclusione a vantaggio dell’intera comunità scolastica.

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[1] Alcune riflessioni le abbiamo formulate con contributo disponibile sulla rivista on line Scuola 7 al link https://www.scuola7.it/2018/92/

[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Universal_Design_for_Learning