Un “manifesto” in controtendenza
È stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il «Piano delle arti» (DPCM 30-12-2017), adottato con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
La visione culturale di questo documento riguarda l’accoglimento, la definizione, la promozione di una piena cittadinanza artistica e creativa, di cui sono destinatari le allieve e gli allievi della scuola italiana, in un ampio respiro europeo, così come ben indicato dal richiamo di alcuni importanti documenti indicati nel Piano stesso.
Si tratta di un provvedimento che, per i suoi contenuti e la forma scelta per la sua adozione, segna una netta linea di demarcazione fra le intenzioni e decisioni legislative e la predisposizione di azioni ed organizzazioni ben delineate e strutturate.
Siamo di fronte ad un vero e proprio “manifesto” di politica educativa che, a partire dal D.M. 8/2011 e fino al D.Lvo.13 aprile 2017 n. 60, appare quasi in controtendenza rispetto alla priorità attribuita alla tecnologia, all’idea che l’intelligenza artificiale sostituisca l’umano. Infatti si investe sul potenziamento delle competenze creative dei nostri ragazzi, per una crescita armoniosa e flessibile delle menti e per un nuovo umanesimo.
I presupposti culturali del Piano delle Arti
Il documento è frutto di ampie condivisioni e riflessioni, svolte da un gruppo di lavoro interistituzionale, derivanti dall’impegno costante e determinato di molti studiosi, ricercatori, operatori del settore, con il fondamentale apporto del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, presieduto dal prof. Luigi Berlinguer. In questi ultimi anni si è lavorato per creare un humus culturale, un “paesaggio” di accoglimento da parte della comunità educante, del principio che l’esperienza estetica e la creatività debbano a pieno titolo far parte del percorso educativo di ogni individuo. Il gruppo di lavoro ha preso in considerazione numerosi documenti pervenuti, ricerche in ambito educativo-didattico, e le documentazioni di prassi consolidate che il mondo della scuola (dirigenti scolastici, docenti, educatori) ha in questi anni promosso, attuato e diffuso sul territorio nazionale.
Nel Piano si ribadisce che la pratica e lo studio delle arti sono una componente fondamentale di crescita e conoscenza, nella piena inclusione di tutti, in quanto esperienza educativa completa, dove mente e corpo, creatività e manualità, pratica e teoria, unicità e socialità, si incontrano armoniosamente in un dialogo costante e virtuoso.
Il Piano allegato al DPCM ed è strutturato in 8 paragrafi. Analizziamoli in sintesi.
I principi fondativi della cultura artistica
Fra i principi fondanti: «una nuova concezione della scuola in cui trova piena cittadinanza la dimensione della conoscenza delle manifestazioni e l’espressività artistica». Lo studio e la pratica delle arti, la conoscenza e l’apprendimento pratico delle arti, sono “esperienze di elaborazione di forme personali di rappresentazione della realtà”, capaci di “dare una lettura attiva e critica del reale”; esse aggregano “processi linguistici e conoscitivi, pensiero critico e metacognizione, profili affettivi e stati emotivi attorno alla costruzione di bellezza e armonia”. Esse sviluppano “la dimensione sociale in termini di relazioni di scambio e di reciprocità”, rafforzano “il senso di appartenenza e di identità”.
Le scuole possono alimentare e rafforzare la cultura artistica, offrendo esperienze formative che leggano attivamente e creativamente il reale, favorendo l’integrazione dei linguaggi artistici e la transdisciplinarità, valorizzando e coinvolgendo inoltre i sistemi culturali del territorio.
Istituzioni scolastiche e coinvolgimento interistituzionale
Per la prima volta, al di là delle formali collaborazioni e oltre i protocolli di intesa, i due Ministeri che si occupano di cultura e formazione (il Miur e il Mibact) sono chiamati a collaborare insieme a tutti i soggetti di cui all’art. 4 del D.Lvo n. 60/2017, fra i quali: l’Indire, l’Afam, le università, gli istituti tecnici superiori, gli istituti italiani di cultura, soggetti pubblici e privati, il terzo settore operante in ambito artistico e musicale, le istituzioni scolastiche stesse.
Si indica in questo paragrafo un quadro teorico di riferimento molto ampio.
Le scuole, singole od organizzate in reti e/o nei poli, dovranno occuparsi di analizzare i bisogni, predisporre una mappa delle risorse professionali, strumentali, organizzative, didattiche e finanziarie, con l’obiettivo di progettare percorsi, attività teoriche e pratiche, di studio, approfondimento, produzione, fruizione e scambio, negli ambiti scelti fra i “temi della creatività”. Nel PTOF, attraverso l’adozione di organizzazioni sempre più flessibili, saranno indicati i percorsi didattico-artistici, facendo riferimento all’autonomia organizzativa e didattica, e con il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica.
Saranno i docenti, qualificati per curricola e titoli conseguiti, ma anche per le esperienze artistiche, professionali e didattiche maturate, e per gli apprendimenti non formali e informali acquisiti, affiancati da «esperti specializzati nel settore delle arti performative, applicate e figurative, artisti, letterati», ad attuare quanto progettato dalle scuole. Si ribadisce, così come nel D.Lvo n. 60/2017, “priorità strategica” la «formazione dei docenti impegnati nei temi della creatività».
I temi della creatività
Richiamando l’art. 3 del Decreto legislativo 60, si indicano i temi della creatività sui quali le scuole andranno ad operare: a) musicale-coreutico b) teatrale-performativo, c) artistico-visivo, d) linguistico-creativo.
I percorsi potranno essere attuati nel curricolo e nell’extracurricolo, sin dalla scuola dell’infanzia, in percorsi orizzontali e verticali, in continuità e in alternanza scuola-lavoro.
Priorità strategiche del Piano delle arti
Sono indicate 13 priorità strategiche per l’attuazione del Piano, i cui contenuti riguardano fra gli altri: la promozione dello studio, della conoscenza storico-critica, e in particolare della pratica delle arti; la conoscenza del patrimonio culturale secondo un approccio inter- e transdisciplinare; l’utilizzo delle tecnologie digitali; la promozione del territorio; la valorizzazione di approcci formativi “non formali” e di metodologie fortemente laboratoriali; la valorizzazione delle risorse presenti a livello locale presso archivi, digitali e non, biblioteche, musei, università, istituti di ricerca, fondazioni, associazioni culturali, enti pubblici.
Cosa prevede il Piano delle arti?
a) sostegno alle istituzioni scolastiche e alle reti di scuole, per realizzare un modello organizzativo flessibile e innovativo, quale laboratorio permanente di conoscenza, pratica, ricerca e sperimentazione del sapere artistico e dell’espressione creativa.
b) supporto alla diffusione, nel primo ciclo di istruzione, dei poli a orientamento artistico e performativo, di cui all’art. 11 del presente decreto, e, nel secondo ciclo, di reti di scuole impegnate nella realizzazione dei «temi della creatività».
c) sviluppo delle pratiche didattiche dirette a favorire l’apprendimento di tutti gli alunni e le alunne e di tutti gli studenti e le studentesse, valorizzando le differenti attitudini di ciascuno anche nel riconoscimento dei talenti attraverso una didattica orientativa.
d) promozione da parte delle istituzioni scolastiche, delle reti di scuole, dei poli a orientamento artistico e performativo, di partenariati con i soggetti del Sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività, per la co-progettazione e lo sviluppo dei temi della creatività e per la condivisione di risorse laboratoriali, strumentali e professionali anche nell’ambito di accordi quadro preventivamente stipulati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
e) promozione della partecipazione delle alunne e degli alunni e delle studentesse e degli studenti a percorsi di conoscenza del patrimonio culturale e ambientale dell’Italia e delle opere di ingegno di qualità del Made in Italy.
f) potenziamento delle competenze pratiche e storico-critiche, relative alla musica, alle arti, al patrimonio culturale, al cinema, alle tecniche e ai media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni.
g) potenziamento delle conoscenze storiche, storico-artistiche, archeologiche, filosofiche e linguistico-letterarie relative alle civiltà e culture dell’antichità.
h) agevolazioni per la fruizione, da parte delle alunne e degli alunni e delle studentesse e degli studenti, di musei e altri istituti e luoghi della cultura, mostre, esposizioni, concerti, spettacoli e performance teatrali e coreutiche.
i) incentivazione di tirocini e stage artistici di studentesse e studenti all’estero e promozione internazionale di giovani talenti, attraverso progetti e scambi tra istituzioni formative artistiche italiane e straniere, con particolare riferimento ai licei musicali, coreutici e artistici.
Attuazione del Piano e riparto dei finanziamenti
Il Piano delle arti indica in modo molto puntuale alcuni obiettivi, declinati in specifiche azioni, e i relativi finanziamenti di due milioni di euro annui.
Le misure-azioni, suddivise in anni solari, sono affidate in parte a livello centrale nazionale (al Miur e al Mibact) e in parte alle istituzioni scolastiche.
Il Miur e il Mibact si occuperanno di:
- costituire un Gruppo nazionale per l’attuazione del Piano; realizzare un portale web sui temi della creatività (in collaborazione con Indire); promuovere un concorso, rivolto agli studenti, per la produzione di un logo per il portale della creatività; realizzare un monitoraggio quali-quantitativo delle azioni e delle misure attuate;
- costituire presso gli Uffici Scolastici regionali il Gruppo regionale per l’attuazione del Piano delle arti, che darà il supporto alla diffusione dei poli nel primo ciclo di istruzione e delle reti nel secondo ciclo;
- indicare forme di agevolazione agli studenti per la fruizione di concerti, spettacoli, iniziative culturali.
Alle istituzioni scolastiche è affidata la responsabilità delle altre misure finanziate nel triennio 2017-2019.
Finanziamento 2017
- partecipazione a percorsi di conoscenza del patrimonio culturale, con specifico riferimento al paesaggio e alle tradizioni popolari (€ 700.000, di cui il 60% al primo ciclo e il 40% al secondo ciclo);
- potenziamento delle competenze pratiche e storico-critiche, con l’attivazione di laboratori, la realizzazione di prodotti audiovisivi e multimediali e siti web, progettazione di interventi di riqualificazione urbana (€ 1.300.000, di cui il 60% al primo ciclo e il 40% al secondo ciclo).
Finanziamento 2018
- sviluppo delle pratiche didattiche, con la costituzione di orchestre e gruppi vocali, di danza e nelle altre arti; uso delle tecnologie e di metodologie innovative; valorizzazione del patrimonio culturale (€ 700.000);
- promozione dei partenariati e condivisione delle risorse, con lo sviluppo di percorsi di ricerca, attivazione di tirocini, realizzazione di produzioni multimediali, costruzione di esperienze interdisciplinari (€ 1.300.000, di cui il 40% da destinarsi alle istituzioni scolastiche del primo ciclo costituite in poli, e il 30% da destinarsi alle istituzioni scolastiche del secondo ciclo organizzate nelle reti).
Finanziamento 2019
- potenziamento delle conoscenze storiche, storico-artistiche, archeologiche, filosofiche e linguistico-letterarie relative alle civiltà e culture dell’antichità (€ 800.000);
- incentivazione di tirocini e stage artistici all’estero, con azioni di scambio, soggiorni studio, partecipazione a concorsi internazionali (€.1.200.000).
Il monitoraggio
Sono previsti due monitoraggi del Piano, affidati ad Indire: il primo sullo stato dell’arte e il secondo, finale, sui risultati conseguiti a livello nazionale. Essi saranno pubblicati sul portale delle arti.
Gruppo nazionale per l’attuazione del Piano delle arti
Per sostenere la realizzazione del Piano, il Ministro dell’Istruzione – di concerto con il Mibact – con proprio decreto, istituirà il Gruppo nazionale per l’attuazione del Piano delle arti. Il Gruppo avrà il compito di agevolare le collaborazioni e le sinergie, coordinare le attività di monitoraggio quantitativo e qualitativo, individuare i criteri di selezione e valutazione per la scelta delle buone pratiche, collaborare con Indire, il CEPELL e con i soggetti del Sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività, per la raccolta e la diffusione delle buone pratiche a livello nazionale.
Il Gruppo collaborerà con i gruppi regionali per l’attuazione del Piano, e si avvarrà delle competenze del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, di esperti delle associazioni professionali e disciplinari della scuola, oltre che del Comitato scientifico nazionale per le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, del Mibact, dell’Afam e dell’Accademia nazionale di danza e di arte drammatica.
Alla fine del triennio, nel 2020, il Gruppo nazionale presenterà ai Ministri del Miur e del Mibact una relazione sull’attuazione e sulle ricadute del Piano.
Nel quadro normativo del D.Lvo 13 aprile 2017 n. 60, sono ancora 4 i provvedimenti su cui il Miur sta lavorando, per completare il quadro programmatico sulla promozione del sapere artistico a scuola. Si tratta di fare in modo che i finanziamenti del Piano, per ora certo non sufficienti al quadro sistemico nazionale, siano affiancati da altre risorse. Ora è necessario che il Piano sia “adottato” a sua volta dalle scuole, e sia sostenuto da efficaci azioni di supporto alle riflessioni culturali e alle prassi fattive delle azioni quotidiane all’interno della comunità scolastica.
Per approfondire
Piano nazionale triennale Musica nella scuola e nella formazione del cittadino