Valutazione dei dirigenti: primi exit-poll

L’Osservatorio nazionale sulla valutazione della dirigenza scolastica

Il 19 gennaio al Miur si è riunito l’Osservatorio nazionale sulla valutazione della dirigenza scolastica, e nel corso dell’incontro sono stati restituiti dall’Amministrazione i primi dati sul processo valutativo realizzato lo scorso anno scolastico 2016-17. L’analisi condotta accende i riflettori sulle caratteristiche della dirigenza scolastica nel nostro Paese, poiché per la prima volta sono stati indagati il profilo del dirigente scolastico e la specificità delle azioni realizzate. L’Osservatorio nazionale sulla valutazione della dirigenza scolastica, istituito dall’art. 12 della direttiva n. 36 del 18 agosto 2016, ha infatti, tra gli altri compiti, quello di analizzare i fattori di miglioramento del sistema nel suo complesso, verificando l’impatto della valutazione sullo sviluppo professionale dei valutati, per cui risulta imprescindibile approfondire alcuni dei dati emersi.

Tralasciando di entrare nel merito di alcune questioni, ancora in discussione tra le parti, come la ricaduta della valutazione sulla retribuzione di risultato dei dirigenti o gli strumenti in uso per la valutazione, quello che qui ci interessa sottolineare è il ventaglio di dati disponibili, a partire da quelli forniti dalla sezione anagrafica del portfolio di quanti lo hanno compilato (67% a livello nazionale).

Il profilo del dirigente scolastico in Italia

In premessa della nostra analisi appare fondamentale, oltre che doveroso, sottolineare che quello che emerge è un profilo culturale alto, dove il 63% dei dirigenti scolastici possiede più di un titolo di studio oltre la laurea, un dirigente su quattro partecipa attivamente al dibattito scientifico, dichiarando almeno una pubblicazione, e anche il livello di certificazioni possedute (informatiche e linguistiche) descrive attenzione all’aggiornamento e alla formazione, a dispetto dell’assenza di agevolazioni e card…

È innegabile anche la matrice umanistica della dirigenza scolastica, poiché le principali tipologie di lauree dichiarate dai dirigenti vanno dalle materie letterarie alla pedagogia, alle lingue straniere e alla filosofia, mentre il possesso di lauree scientifiche resta di gran lunga inferiore. L’analisi, in questo caso, andrebbe approfondita, per comprendere se questo sia dovuto ad una particolare attenzione e rispondenza di questo tipo di formazione con il ruolo di leader educativo o, piuttosto, non sia dettato dal maggiore ventaglio di opportunità lavorative che si apre ai laureati in altri settori che continuano, purtroppo, ad essere più attrattivi in termini di carriera e riconoscimenti.

Una poltrona che scotta?

Altro dato da analizzare è quello relativo alla permanenza del dirigente scolastico nella stessa sede scolastica, visto che il 50% di coloro che hanno compilato il portfolio dichiara di restare nella stessa istituzione scolastica al massimo per tre anni. Sarà opportuno paragonare il dato nazionale con quello dei singoli territori, per comprendere se il dato restituito è influenzato dal numero di neoimmessi dell’ultima procedura concorsuale (2012) o se sia, invece, determinato dalle caratteristiche lavorative e da una vita media nella stessa sede che si avverte esaurita nell’arco di un triennio. In questo caso sarà interessante vedere quali scelte di politica scolastica si vorranno adottare per migliorare e sostenere la qualità di lavoro dei dirigenti scolastici, al fine di renderla maggiormente sostenibile e produttiva. Non va trascurato, infatti, che, se l’obiettivo dell’intero sistema di valutazione è il miglioramento del servizio, la permanenza del dirigente nella sede scolastica è una variabile fondamentale per fare in modo che le scelte adottate si trasformino in fattori di successo.

La percezione di sé del dirigente scolastico

Anche la parte del portfolio dedicata all’autovalutazione, sezione facoltativa, è stata evidentemente percepita come un utile strumento di riflessione ed autoanalisi del proprio operato, considerato che la stragrande maggioranza dei dirigenti che ha partecipato al processo valutativo ha deciso di compilarla. La percezione di sé che ne consegue è decisamente positiva, poiché il 95% di chi l’ha compilata dichiara un’alta percezione della propria azione dirigenziale, dimostrando una profonda consapevolezza del ruolo svolto per il buon funzionamento della scuola. È innegabile, comunque, che una concentrazione così alta in uno stesso range di analisi suggerisce la necessità di intervenire sulle rubriche di autovalutazione perché siano più concrete e funzionali allo scopo. Ma si sa che l’intero processo è in fase di definizione, ed è scontato aspettarsi degli aggiustamenti per la seconda annualità della valutazione (2017-18).

Le aree di azione del dirigente scolastico

Un altro dato da sottolineare, anzi sicuramente il più interessante, è quello relativo alle scelte dei dirigenti in merito alle azioni professionali documentate nel portfolio. Poiché ogni dirigente poteva scegliere di descrivere le proprie azioni collegandole alle aree di processo riferite al Rapporto di autovalutazione della scuola, i dati forniti restituiscono innanzitutto il profilo di un dirigente attento ai processi didattici, alla costruzione di ambienti di apprendimento inclusivi e rispettosi delle peculiarità di alunni e studenti. In particolare, quando il dato restituito viene declinato nelle singole azioni realizzate e documentate attraverso il portfolio, ciò che si nota è un’attenzione strategica alla condivisione delle priorità fissate dalla scuola, e la consapevolezza del ruolo formativo della valutazione degli apprendimenti. Nello specifico, si confermano il valore inclusivo della nostra scuola e la consapevolezza che il successo formativo è favorito dall’innovazione metodologica, che i dirigenti dichiarano di promuovere e sostenere.

Per approfondire l’analisi consultando direttamente i dati, si rimanda al sito http://www.notiziedellascuola.it/news/2018/gennaio/valutazione-dirigenti-scolastici-i-dati-del-portfolio.

Non resta, allora, che attendere che siano individualmente resi noti agli interessati i provvedimenti di valutazione adottati dai direttori degli uffici scolastici competenti per territorio, e verificare l’impatto dell’intera procedura valutativa sulla crescita professionale dei dirigenti scolastici.