Nel corso del 2017 si è dispiegata la prima annualità del Piano Triennale per la Formazione dei Docenti (PNFD), approvato con il DM 797/2016. Come è noto, a seguito della legge 107/2015 la formazione in servizio del personale docente è diventata “obbligatoria, permanente, strutturale” (anche se mancano ancora le regolazioni contrattuali per dare pieno vigore ad affermazioni così impegnative). Ingenti finanziamenti (rispetto a quelli disponibili in precedenza) sono stati orientati verso la formazione dei docenti, sia in forma di bonus con la CARD del docente (cfr. Zauli, 58), che è stata rifinanziata anche per l’a.s. 2017-18, sia attraverso iniziative formative promosse e gestite dall’amministrazione scolastica e dalle scuole. Le risorse vengono assegnate a ciascuno dei 319 ambiti territoriali in cui è suddiviso il nostro Paese, e per esse ad una scuola capo-fila per la formazione. A livello territoriale si dovrebbero analizzare i bisogni e le esigenze dei singoli docenti (e soprattutto delle scuole) e comporre una progettazione di percorsi di aggiornamento utili ad arricchire il panorama delle opportunità a disposizione dei docenti.
Non tutto ha funzionato in questo nuovo modello, ed il secondo anno del Piano, per il quale sono già state assegnate le risorse (Nota Miur n. 47777 dell’8-11-2017), dovrà vedere un miglioramento della qualità della formazione erogata, sia mettendo al centro l’iniziativa delle scuole, sia caratterizzando le iniziative di rete come supporto di secondo livello (per formatori, tutor, aree disciplinari specifiche), sia presidiando meglio al Miur le diverse aree prioritarie (cfr. Cerini, 66). Nel frattempo ulteriori risorse si sono affiancate a quelle previste dalla Legge 107/2015, perché anche molti dei finanziamenti disponibili sulla legge 440/1997 di fatto vanno a colmare esigenze formative (DM 851 del 27-10-2017). È il caso della metodologia CLIL (cfr. Zauli, 68), cioè dell’insegnamento di una disciplina in lingua straniera, per il quale è prevista la ripresa di corsi di formazione rivolti a docenti della scuola secondaria di II grado, sia di carattere linguistico, sia di carattere metodologico (questi ultimi affidati obbligatoriamente a strutture universitarie, in quanto rilasciano una idoneità).