Smartphone: apocalittici o integrati?
GiĂ alla fine dello scorso anno scolastico una dichiarazione del sottosegretario Faraone, che si era espresso in favore dellâuso dello smartphone a scuola, aveva suscitato opinioni contradditore negli addetti ai lavori. Dopo la pausa estiva, allâinizio di questâanno scolastico, la Ministra Fedeli ha riconfermato ufficialmente tale presa di posizione, preannunciando anche lâimminente istituzione di una commissione di studio ad hoc, in merito alle potenzialitĂ positive nellâapprendimento che lâuso degli smartphone in classe offrirebbe agli studenti. Come sempre accade quando si parla di tecnologie, il mondo della scuola, e non solo, appare diviso tra incondizionati fautori delle novitĂ e strenui luddisti avversi a qualsiasi cambiamento.
In particolare la dichiarazione della Ministra ha suscitato una forte reazione oppositiva, se non una vera e propria ondata di sdegno, da parte di molti che paventavano uno scenario scolastico apocalittico di distrazione di massa con studenti intenti a videogiocare o a chattare nei social network invece di seguire con attenzione e partecipazione le lezioni. In effetti molti avevano frainteso la dichiarazione della Ministra, interpretandola come una sorta di completo endorsement a favore di una libertĂ assoluta e incondizionata per lo studente di utilizzare lo smartphone a scuola. Ă stata necessaria unâulteriore precisazione della stessa Ministra, in cui si indicava lâovvietĂ che tale uso poteva avvenire solo per motivi didattici.
Much ado for nothing â Molto rumore per nulla
Il titolo della commedia di Shakespeare Molto rumore per nulla sintetizza meglio la realtĂ e, per certi versi, lâinutilitĂ di questa diatriba tra sostenitori e contrari agli smartphone in classe. Le dichiarazioni del Ministero non fanno altro che avallare ciò che giĂ da molto tempo è possibile attuare nelle singole scuole. Lâutilizzo dello smartphone è giĂ del tutto legittimo se serve per la didattica e per rendere maggiormente partecipi e attivi gli studenti. Tale opportunitĂ deve essere semplicemente esplicitata ed enunciata allâinterno del regolamento di istituto. SarĂ poi il docente che, di volta in volta, deciderĂ quando e come strutturare lâattivitĂ .
Nel regolamento di istituto si stabiliscono le modalitĂ tecnico-didattiche di tale utilizzo, che possono comprendere o meno anche lâimpiego della connessione internet dellâistituto invece che lâabbonamento privato dello studente. In sintesi, al di lĂ delle passate e recenti dichiarazioni ministeriali, lâuso degli smartphone in aula è sempre stato possibile, rispettando le modalitĂ e le condizioni decise ed enunciate nel regolamento di istituto. In aggiunta, come espresso dal Garante per la privacy, è anche possibile impiegare gli smartphone e le altre tecnologie personali per registrare le lezioni, previo consenso del docente, ed esclusivamente per un successivo uso privato. Nellâopuscolo La scuola a prova di privacy[1] câè un paragrafo intitolato âRegistrazione della lezione e strumenti compensativiâ, che spiega le modalitĂ per un utilizzo che non vada a ledere la privacy nĂŠ del docente nĂŠ degli stessi studenti.
B.Y.O.D. e generazione Z
Lo smartphone è uno strumento tecnologico avanzato in grado di sostituire i computer grazie alla potenza di calcolo ed a sofisticate applicazioni. Anche le limitazioni ergonomiche connesse con lo schermo sono in parte superate, in quanto ormai la dimensione utile visiva ricopre lâintera superficie dello smartphone. La generazione Z dei ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, che frequenta attualmente le scuole, ha avuto, nel bene e nel male, un profondo âimprintingâ da smartphone. Si tratta dello strumento tecnologico con cui sono cresciuti. Per questo motivo è considerato unâappendice insostituibile, integrata al loro modo di vivere e di relazionarsi con gli altri. Ciò che è mancato è stata una mediazione degli adulti per far comprendere meglio vantaggi e limiti di un uso consapevole.
Di fatto lo smartphone sta surclassando qualsiasi altra tecnologia come computer e tablet. In realtĂ lo smartphone è anche per gli adulti uno strumento irrinunciabile. Costituisce un vero e proprio ufficio portatile e fonde insieme il lavoro, gli interessi, il tempo libero e il divertimento. Ormai da anni le aziende utilizzano il metodo BYOD (Bring Your Own Device), permettendo lâuso per lavoro delle tecnologie personali. Tale metodo può essere traslato alle scuole e nelle classi prive di tecnologie. Con particolari software[2] il docente può sincronizzare la propria presentazione con le tecnologie degli studenti. Gli stessi smartphone possono diventare dei risponditori per i test che il docente pubblica nelle piattaforme online tipo Moodle. I sensori presenti negli smartphone possono essere usati per simulazioni e misurazioni scientifiche.
Smartphone or not smartphone, that is the question
Lâincertezza amletica, se utilizzare in classe o escludere del tutto gli smartphone, è sentita in molti paesi europei. Poco o niente si conosce sulle ricadute nellâapprendimento di un suo uso intensivo in classe. Nel Regno Unito è stata compiuta nel 2015 una ricerca dal CEP (Centre for Economic Performance) su Ill Communication: Technology, Distraction & Student Performance[3] (La cattiva comunicazione: tecnologia, distrazione & performance dello studente). Lâindagine ha riguardato le scuole superiori di quattro cittĂ britanniche. I risultati di tale indagine, molto circoscritta, hanno fatto emergere possibili effetti negativi sullâapprendimento degli studenti, dovuti alla distrazione tecnologica che determina intermittenti cali di attenzione. Le performance sono state misurate tramite test. Non è però esplicitato quale sia stato lâapproccio didattico impostato dai docenti prima di effettuare le prove di verifica.
Come avviene per le attivitĂ didattiche tradizionali/analogiche, è fondamentale per un docente sviluppare un progetto didattico, o unâunitĂ di apprendimento, in cui siano esplicitati gli obiettivi cognitivi, socio-affettivi, e come raggiungerli per ampliare le possibilitĂ di successo formativo. Tale condizione è ancora piĂš pressante quando lâattività è mediata da qualsiasi tecnologia. Solo in questo modo si può eliminare la tentazione di utilizzi tecnologici casuali ed estemporanei poco proficui e forieri di inconcludenza didattica.
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[1] Si può scaricare lâopuscolo al seguente link:
http://194.242.234.211/documents/10160/0/Vademecum+%22La+scuola+a+prova+di+privacy%22+pagina+doppia+(anno+2016).pdf.
[2] Il servizio online offerto da Beamium permette di sincronizzare le diapositive del presentatore con tutte le altre tecnologie delle persone che seguono la presentazione. Il sito di riferimento è https://www.beamium.com.
[3] Beland L, Murphy R, Discussion Paper No 1350: Il Communication: Technology, Distraction & Student Performance, ed. CEP (Centre for Economic performance), May 2015 ISSN 2042-2695. Il report può essere scaricato al seguente link: http://cep.lse.ac.uk/pubs/download/dp1350.pdf.