Il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) delle scuole, istituito operativamente con il Regolamento DPR 80/2013, si sta sviluppando nella successione delle diverse sequenze programmate: autovalutazione, valutazione esterna, miglioramento, rendicontazione sociale. Il ciclo valutativo, ricorsivo, è triennale, anche se le diverse fasi non sono perfettamente allineate. Si pensi ad esempio alla valutazione esterna delle scuole: solo il 5% delle istituzioni scolastiche è stato visitato nel corso del 2016 (cfr. Davoli, 35), una quota esigua se paragonata al 25% delle scuole inglesi valutate annualmente dal servizio ispettivo inglese (OFSTED). Ma sappiamo bene come le forze in campo siano ridotte (il corpo ispettivo, cui è affidato il coordinamento dei nuclei esterni di valutazione-NEV, è ai minimi termini; l’INVALSI soffre di endemiche ristrettezze finanziarie) e non sempre il mondo della scuola ha visto di buon grado l’avvio di una valutazione indipendente. Il MIUR ha attivato un apposito ufficio per “regolare” l’intera azione valutativa (cfr. MIUR, 1), che recentemente è stata ridefinita nella tempistica (cfr. Nota 2182 del 28-2-2017): l’intero ciclo valutativo si concluderà nell’a.s. 2018-19 con la rendicontazione sociale, venendo a coincidere con la scadenza del piano di miglioramento e del piano triennale dell’offerta formativa (cfr. Spinosi, 34).
Intanto i primi riscontri dei NEV di ritorno dalle scuole “osservate” sono assai positive (le visite esterne riprenderanno nell’autunno 2017, sempre per un campione di scuole sorteggiate). La scuola ha percepito un clima di dialogo professionale piuttosto che di controllo: le interlocuzioni del NEV con una pluralità di soggetti, l’osservazione diretta dei contesti operativi, gli approfondimenti sul campo hanno contribuito a rinsaldare la capacità di autovalutazione delle scuole (magari portando ad una rimodulazione dei giudizi) e, in molti casi, a fornire utili suggerimenti per i piani di miglioramento. Come segnalato da INDIRE nei suoi monitoraggi (cfr. Indire 1), l’impressione è che le scuole abbiano esagerato nell’individuare gli obiettivi di miglioramento fino quasi a “rimettere in movimento” tutta la scuola, a scapito di un’azione più mirata e delimitata a specifici aspetti. In questo scenario si colloca anche l’avvio della valutazione dei dirigenti scolastici, ad opera di Nuclei di valutazione, coordinati da ispettori, ma diversi dai NEV (cfr. Cavadi, 36).
Il processo di autovalutazione si sta comunque consolidando. Le scuole stanno imparando a maneggiare con più cura i dati informativi a scopo conoscitivo, perché forse all’inizio avevano un po’ snobbato le richieste del sistema, considerandole una ennesima molestia statistica. Così, quest’anno è stato rinnovato il quadro informativo attraverso il questionario scuola (cfr. Da Re, 38), mentre alle scuole è stata data la possibilità di riformulare e aggiornare il proprio RAV (cfr. Da Re, 46). Certo, restano molti disallineamenti e talvolta si esagera sulla targettizzazione di traguardi e obiettivi (cioè il loro trasformarli in indicatori quantitativi per “misurare” i cambiamenti nel tempo). La valutazione della scuola è un processo delicato, che si compone di elementi quantitativi e qualitativi, e mantiene la sua finalità istituzionale orientata al miglioramento del servizio educativo. Gli indicatori strutturati, i benchmark di riferimento, le rubriche, le verifiche esterne, la pubblicità di molti dati, costituiscono il corredo di strumentazioni (messo a punto da INVALSI)(cfr. Invalsi) che consentono di far uscire la valutazione delle scuole da un approccio impressionistico ed autoreferenziale.