Il 2017 è stato caratterizzato dal ricordo della figura di Don Milani, in occasione del cinquantenario della sua scomparsa (1967). In quellâanno fu pubblicata anche la âLettera ad una professoressaâ scritta dai ragazzi della scuola di Barbiana, ma direttamente ispirata dal priore. Molte sono state le iniziative e i momenti d studio dedicati ad una figura di spicco della cultura del dopoguerra italiano. Lo stesso MIUR ha realizzato una giornata di studio nel giugno 2017. Lo scrittore E.Affinati si è messo sulle tracce di Don Milani e il suo âLâuomo nuovoâ è giunto in finale al Premio Strega â16. Si ricorda anche la pubblicazione dellâopera omnia di Don Milani, per i tipi della Mondadori (nella prestigiosa collana dei Meridiani). Non è corretto confinare il priore di Barbiana solo tra le pagine della pedagogia, perchĂŠ la sua è stata una scelta di vita e di fede, una testimonianza ruvida del Vangelo, in contesti sociali sempre âborderlineâ e con un rapporto non facile con le gerarchie cattoliche del suo tempo (e ha stupito solo i distratti il viaggio-testimonianza di Papa Francesco a Barbiana nel giugno di questâanno). Come ben ricostruisce Luciano Rondanini nei cinque articoli che ha dedicato a Don Milani su âScuola7.itâ le scelte pedagogiche del priore non si capirebbero senza ricostruire le sue prime esperienze pastorali (cfr. Rondanini, 32) a Calenzano. La sua opzione radicale per gli umili (cfr. Rondanini, 37), però non può essere letta seconda una interpretazione strettamente politica, quanto piuttosto etica, nel senso di una piena cittadinanza (âfare da soli è avarizia, sortirne insieme è politicaâ). La scuola inclusiva italiana nasce anche con la forza di questa testimonianza intransigente, e di tante esperienze di âscuola di baseâ nate in quegli anni (cfr. Rondanini, 42). La scuola a pieno tempo (tutto il giorno, tutto lâanno), le didattiche collaborative e la classe come comunitĂ , sono poi il generoso tentativo di trasformare una tensione valoriale, emozionale, etica in un progetto educativo concretamente praticabile, a partire dagli ultimi, mettendo al centro la conquista della lingua e della scrittura (cfr. Rondanini, 44) e lâimpegno contro la selezione: âbocciare è come sparare in un cespuglioâ (cfr. Rondanini, 47). Cosa resta di Don Milani nella scuola di oggi? I problemi non sono quelli di 50 anni fa, ma la scuola è veramente diventata di tutti e per tutti? Pensiamo al 95% di scolarizzazione nella scuola dellâinfanzia, non ancora âinventataâ nel 1968, pensiamo alla scuola media del 1962 alle prese con una trasformazione non ancora conclusa (v. Rapporto Fondazione Agnelli, 2011), allâobbligo scolastico fino a 16 anni (2007) di fatto smentito dalla separatezza dei percorsi scolastici successivi alla terza media, ai condizionamenti socio-culturali al successo scolastico (v. Istat, Invalsi, Ocse). La lezione di Don Milani mantiene, dunque, intatta la sua attualitĂ .
2017-08-07