Piccole scuole e didattica in pluriclasse

Valorizzazione delle migliori pratiche italiane

In Italia le piccole scuole sono chiamate a fronteggiare ogni giorno molteplici sfide di ordine organizzativo e didattico: dal dimensionamento delle strutture alle pluriclassi, dalla riduzione di assegnazione dell’organico all’elevato turn over dei docenti, con il rischio di interruzione della continuità didattica. La presenza sempre più numerosa di docenti e studenti coinvolti in queste realtà (Tab. 1) ha colto l’attenzione dell’Indire e di un gruppo di ricercatori[1], che da due anni si adoperano per individuare modelli di lavoro sostenibili e sperimentare pratiche innovative, che fanno della piccola scuola una avanguardia educativa.

La pluriclasse, caratteristica educativa in questi contesti, è stata oggetto di studio e di approfondimento.

Tab. 1 – Presenza delle piccole scuole nel contesto educativo italiano

Comuni di Montagna Piccole isole Totale
Scuole 1.294 39 1.333
Studenti 872.328 2.6234 898.562
Classi 46.109 1.377 47.486
Pluriclassi 1.768 22 1.790
Docenti 74.206 2.039 76.245

Fonte: dati Indire 2015-2016.

Il concetto di pluriclasse

Il termine pluriclasse va a indicare una situazione che ingloba la prospettiva di eterogeneità con quella di omogeneità. Da un lato riconosciamo nella classe eterogenea una situazione in cui sono presenti “livelli” differenti, così come riportato dalla letteratura francese (“classe à niveaux multiples” in Fradette & Lataille-Démoré, 2003); dall’altro si ritrovano situazioni di classe particolari, in cui sono presenti studenti con differenti età (appunto “multiage” come indicato in Lataille-Démoré, 2008).

La classe multiage come scelta pedagogica

La storia della pedagogia ci insegna che la classe a livelli multipli è spesso dovuta a ragioni economiche, amministrative o demografiche. È più centrata sui programmi e curricoli nazionali, e costruisce l’azione didattica su quella omogeneità tipica di una condizione “ordinaria”. In queste classi gli studenti appartengono ad un livello scolastico ben identificato, e l’insegnamento si fa garante delle attese degli studenti e dei contenuti differenziati in relazione ai livelli presenti. Si cerca quindi di avvicinarsi quanto più possibile a una classe di un solo livello scolastico.

La classe multiage, di contro, raggruppa studenti di differenti età, e lo fa per ragioni più di tipo pedagogico: è centrata sulla ricerca dell’eterogeneità. La classe multiage è spesso una scelta pedagogica che tesorizza l’eterogeneità e la differenza di età e livelli degli studenti: qui si cerca di far cooperare gli studenti tra di loro, piuttosto che isolarli per il livello del loro apprendimento.

Insegnare e apprendere nelle piccole scuole

Se da un lato gli studi che hanno cercato di trovare un impatto delle cosiddette classi multi grade sull’apprendimento non hanno ancora rilevato alcun dato che possa richiamare robuste “evidenze” (Hattie, 2008), le strategie per insegnare in corsi multiage sono di notevole interesse per i sistemi scolastici pubblici (Hoffman, 2003), perché luoghi di sperimentazione e innovazione pedagogica (Kalaoja & Pietarinen, 2009).

La continua “prova di invenzione”, cui il docente in una classe eterogenea è chiamato, deve tenere conto dei principi di differenziazione e di sviluppo dell’autonomia, e può portare a ripensare le decisioni sul curricolo, la scelta di particolari strategie didattiche, così come la gestione dello spazio e del tempo: questi ultimi sono elementi fondamentali nel lavoro in pluriclassi.

All’interno della summer school “Insegnare e apprendere nelle piccole scuole”, tenutasi a Sassello tra il 5 e il 7 luglio scorso, i ricercatori Indire hanno avuto modo di gestire un Video Club Meeting con i docenti delle pluriclassi, volto a validare ma soprattutto a riflettere sue due esperienze di gestione di multi grade: una legata ad un curricolo parallelo in una situazione estrema di bambini I-V, e una di curricolo a spirale in una situazione di “continuità” di bambini di II-III-IV.

Figura. 1 – Esempio di ONE SUBJECT to ALL GRADES[2] in scienze (pluriclasse II, III e IV – primaria Lauco)

C’è una didattica per le pluriclassi?

La proiezione di brevi frame visivi anticipati da parole chiave, legati alle attività riprese e seguiti da specifiche domande-stimolo, ha permesso ai docenti di porre l’attenzione su alcune dimensioni caratterizzanti la didattica in pluriclasse, e di riflettere su come innestare azioni di innovazione, sperimentazione e formalizzazione. In particolare:

  • un approccio curricolare variegato in cui si ritrovano forme parallele, a rotazione o a spirale, che possono orientare la scelta di strategie prevalenti rispetto a gestione di gruppo, del calendario scolastico, del tipo di valutazione (spesso cross grade), del ruolo che il docente assume;
  • l’uso della tecnologia per una continuità verticale e orizzontale, favorendo esperienze che raccordino scuola e territorio, così come  gemellaggi in rete, sessioni di aule allargate, volte a gestire in parallelo livelli differenti presenti in classe;
  • una definizione specifica delle architetture e spazi per poter trasformare gli ambienti educativi in luoghi di inclusione e di sperimentazione, così come  dei tempi (es: split calendar).

Un manifesto per le piccole scuole

L’obiettivo di potenziare le esperienze in corso, e trasformare le “scuole piccole” in un punto di riferimento per l’intero territorio, trova applicazione nel Movimento delle Piccole scuole, al cui manifesto hanno già aderito 60 istituti, montani e delle isole, di tutto il Paese[3]. Il Movimento infatti promuove la Rete nazionale delle scuole piccole, e rappresenta un incentivo per i docenti a co-progettare le attività e a verificare i risultati tra gruppi che condividono lo stesso progetto o problema. La diffusione e la sperimentazione di strategie e pratiche didattiche sostenibili è alla base di un cambiamento che voglia fare della small school un elemento distintivo della scuola italiana.

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Riferimenti bibliografici

Cannella G., Chipa S., Garzia M., Iommi T., Mangione G., Pieri M., Repetto M., Rossi L. (2015), “Piccole Scuole Crescono”. Le piccole scuole in Italia tra problematiche e opportunità in  (a cura di) Marina Rui, Laura Messina, Tommaso Minerva (2015) Teach Different!, Proceedings della Multiconferenza Ememitalia 2015 (pp.448-452).

Fradette, A. & Lataille-Démoré, D. (2003), Les classes à niveaux multiples : point mort ou tremplin pour l’innovation pédagogique? Revue des sciences de l’éducation, Vol. XXIX, n°3, p.589 à 607.

Hattie, J. (2008), Visible learning: A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement. London: Routledge.

Kalaoja E. (2006), Change and innovation in multi-grade teaching in Finland. In L. Cornish (Ed.), Reaching EFA through multi-grade teaching (pp. 215–228). Armidale, Australia: Kardoorair Press.

Lataille-Démoré D. (2008), Quelles pratiques privilégier dans les classes à années multiples ? McGill Journal of Education, 43(3), 351-369.

Mangione G.R., Garzia M., Pettenati M.C. (2017), Neoassunti nelle piccole scuole. Sviluppo di competenza e professionalità didattica. FORMAZIONE & INSEGNAMENTO. Rivista internazionale di Scienze dell’educazione e della formazione14(3), 287-306.

Mangione G.R., Pettenati M.C., Rosa A. (2017), Professional Vision Narrative Review: The Use of Videos to Support the Development of Teachers’ Reflective Practice. In Integrating Video into Pre-Service and In-Service Teacher Training (pp. 1-23). IGI Global.

Note

[1] http://www.indire.it/progetto/piccole-scuole/

[2] Il docente sperimenta una prima forma di curricolo a spirale per la disciplina specifica. Il docente pone l’attenzione su alcuni elementi comuni e poi prosegue con la differenziazione di compiti e attività per ogni grado presente in aula.

[3] http://piccolescuolecrescono.indire.it/