Scene di ordinaria quotidianità
È mattina, la campanella suona, inizia un’altra settimana: alunni e studenti entrano a scuola e prende vita una ordinaria giornata scolastica…. il dirigente anche è già entrato a scuola, armato di una lunga lista di cose da fare, organizzare, programmare, tutte precisamente elencate in agenda per essere gestite nel corso della giornata. Ma quando sta per avviare la prima delle attività, dalla segreteria lo avvisano: “Preside, è scoperta la classe terza A… convochiamo, anche se non ci sono i giorni, perché la classe è difficile?”. Nel frattempo un collaboratore scolastico entra trafelato in presidenza: “I bagni al quarto piano sono allagati, che facciamo?”. Risolte (si fa per dire) le emergenze mattutine, il dirigente riprende i buoni propositi in agenda, ma dal plesso staccato arriva una telefonata: “Ci sono i genitori di Sara con lo psicologo, vogliono entrare in aula perché la professoressa di italiano ha sequestrato il telefonino alla figlia che stava copiando da internet durante il compito in classe. Vogliono che la docente chieda scusa alla ragazza per la mortificazione pubblica che ha subito, se no vanno dall’avvocato!”.
Nel frattempo sulla scrivania della presidenza si sono accumulati i materiali per assegnare la gara per la visita di istruzione, e in evidenza sul monitor del pc c’è la richiesta di firma digitale per alcuni mandati, la sezione di Amministrazione Trasparente deve essere aggiornata, l’organico deve essere digitato al SIDI… Poi qualcuno bussa alla porta: “Preside, visto che non è impegnato posso parlarle un minuto? Ho bisogno di due giorni per motivi personali, ma li ho finiti… posso prendere le ferie?”, e mentre il dirigente sceglie con quale stile di leadership affrontare la questione – con la consapevolezza che anche per quello sarà valutato – dal ministero arriva una nota che proroga una scadenza, se si è fortunati magari non proprio nella stessa giornata…
… e la leadership educativa?
Spesso sentiamo parlare della capacità dell’uomo contemporaneo di essere multitasking, ovvero in grado di affrontare più questioni, anche molto diverse tra loro, contemporaneamente. È la nuova frontiera del vivere di oggi, dove la sovraesposizione ai canali di comunicazione, alle informazioni e alle richieste dei contesti sociali e di lavoro è veloce e incessante, e richiede un approccio plurifocale per trovare le soluzioni appropriate alle diverse questioni poste alla nostra attenzione.
Il contesto scolastico, dove coesistono diversi portatori di interesse interni ed esterni (personale scolastico, alunni, famiglie, fornitori, enti locali, uffici dell’amministrazione), e dove il fattore umano gioca il ruolo preponderante per l’efficacia del servizio offerto, richiede a chi ha il compito di dirigerlo proprio questa capacità di gestire contemporaneamente più situazioni complesse e spesso distanti tra loro. È innegabile, allora, la necessità di riflettere sul rapporto che c’è tra il profilo ed i compiti del dirigente scolastico, e su quale leadership sia maggiormente funzionale all’efficacia del servizio e, oggi più che mai, al suo miglioramento continuo.
Il dubbio che assale, e che rimane, è quanto il sovraccarico di impegni gestionali, spesso mortificati da una politica scolastica poco coerente nella sua evoluzione e condotta in maniera emergenziale, rischi di negare la funzione di leadership educativa che resta fondamentale in un sistema scolastico caratterizzato da scelte sempre più autonome e flessibili e, per questo, da orientare con responsabilità e capacità di visione strategica.
La scuola che vorrei…
Non si tratta di decidere se il dirigente sia più leader o più manager, con la pretesa di far corrispondere a questa scelta addirittura un possibile schieramento ideologico, capace di avanzare differenti rivendicazioni e azzardare riconoscimenti – prima di tutto sociali –, quanto piuttosto di arrivare a fine giornata ad avere chiaro il fine del proprio lavoro. Quando la giornata lavorativa volge al termine, probabilmente la lista dei buoni propositi scritti in agenda è rimasta inevasa, ferma nelle intenzioni del buon dirigente ma accantonata per l’emergenza gestionale ed i carichi amministrativi che, a dispetto (o, addirittura, come conseguenza) della digitalizzazione e dematerializzazione, hanno sommerso il dirigente in adempimenti obbligati, sanzionabili e spesso, per questo, condotti in maniera adempitiva.
Nel frattempo gli alunni, gli studenti hanno trascorso un’altra giornata scolastica. Qualcuno ha raggiunto un successo insperato, qualcun altro sta coltivando un interesse che, magari, sarà la chiave del suo futuro, un altro ha superato un ostacolo grazie alla qualità del lavoro d’aula. Anche il dirigente dovrebbe avere il tempo di vivere quei successi, per assaporare il vero valore della scuola, attraverso le opportunità formative che con il suo lavoro aiuta a realizzare per la crescita dei sogni e delle attitudini dei bambini e dei ragazzi. Questo è il senso del lavoro di ogni giorno, al di là dello stile di leadership.
Per questo sì, sarebbe stato bello avere il tempo per organizzare e pianificare nuovi percorsi, ulteriori possibilità di crescita, a dispetto di scadenze ed obblighi.