Per favorire, realizzare e diffondere l’istruzione degli adulti
È la V Conferenza Mondiale dell’UNESCO svoltasi ad Amburgo nel 1997 che impegna i 135 Paesi Membri, tra cui l’Italia, a mobilitare e condividere le risorse necessarie a favorire, realizzare e diffondere l’educazione degli adulti.
Nel luglio dello stesso anno, con OM 455/1997, in Italia sono istituiti i Centri Territoriali Permanenti (CTP) per l’istruzione e la formazione in età adulta. Sono collocati presso le scuole primarie o secondarie di secondo grado e costituiscono il nuovo ambito degli ordinamenti per alfabetizzare e orientare gli adulti all’istruzione e formazione professionale.
Alla base di questo, come della formazione professionale, c’è l’esperienza italiana della ‘scuola delle 150 ore’, espressione del laboratorio culturale degli anni Settanta. Erano corsi destinati ai lavoratori, prevalentemente operai, per il conseguimento del titolo del primo ciclo, della durata di 150 ore (retribuite) distribuite in tre anni, e ospitati all’interno delle scuole pubbliche, in orario serale o pomeridiano.
Tornarono a scuola migliaia di lavoratori, e ancora gli attuali contratti di lavoro ne prevedono l’applicazione.
Parallelamente si diffondono sul territorio nazionale scuole serali pubbliche di secondo grado per l’acquisizione di titoli quinquennali, in gran parte professionali e tecnici, fino alle sperimentazioni degli anni ‘90 (Sirio e Aliforti), caratterizzate da strategie utili all’incremento numerico delle iscrizioni e alla diversificazione delle caratteristiche dell’utenza: riconoscimento dei crediti e personalizzazione oraria dei percorsi, integrazione con la formazione professionale, alternanza scuola-lavoro, alfabetizzazione dei lavoratori stranieri.
La svolta del 2012
Lo sviluppo degli ordinamenti rivolti all’accrescimento delle competenze degli adulti per l’inclusione e per l’occupabilità sono fortemente connessi alle politiche del lavoro, e nel 2012 la Legge n. 92 del 28 giugno, di riforma del mercato del lavoro, riconosce il diritto all’apprendimento permanente ed il ruolo formativo del lavoro e degli ambiti di esperienza, così come il DPR 29 ottobre 2012, n. 263 regolamenta per il MIUR l’assetto organizzativo e didattico dei percorsi di istruzione e formazione degli adulti.
È proprio in quegli anni che si rilanciano le strategie europee e nazionali in materia, sulla base della ‘Risoluzione del Consiglio su un’agenda europea rinnovata per l’apprendimento degli adulti’ del 20 dicembre 2011.
Il primo punto dell’Agenda europea è incentrato sulla fattibilità dei percorsi di apprendimento per gli adulti: l’ampliamento dell’accesso ai servizi da parte di gruppi svantaggiati, la flessibilità dei percorsi, la certificazione ed il rapporto con le realtà lavorative.
Dal 2013 è finalmente vigente sul territorio nazionale il Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti (CPIA), ivi compresi i corsi serali (DPR n. 263/2012).
DPR 263/2012: un nuovo linguaggio
I contesti internazionali e le specificità degli ordinamenti precedenti sono stati determinanti per gli aspetti innovativi di questo ambito ordinamentale. Il regolamento si estende dai CTP ai corsi serali delle istituzioni scolastiche di secondo grado, e ne riporta le specificità in un unico assetto organizzativo, con l’obiettivo di istituire punti di riferimento precisi per l’utenza adulta numerosa, diversificata e di gruppi sociali deboli.
È su questa base che si sviluppa un linguaggio ordinamentale nuovo e denso di significati didattici e organizzativi da sperimentare e da mettere a punto per passi non sempre di immediata attuazione.
L’Istituzione Scolastica Autonoma per adulti (CPIA) è costituita da una rete di servizio che al tempo stesso è unità amministrativa, unità didattica e unità formativa.
Il CPIA è unità amministrativa articolata in punti di erogazione distribuiti territorialmente come da programmazione regionale; in tali sedi sono realizzati i percorsi di alfabetizzazione e per il conseguimento del primo ciclo di istruzione, detti percorsi di primo livello. Nei percorsi di primo livello sono compresi anche moduli utili al conseguimento dell’obbligo di istruzione.
L’unità didattica è la rete con le istituzioni scolastiche che erogano corsi serali, detti percorsi di secondo livello. L’attività è regolata da un accordo sottoscritto tra le parti per consentire, in una logica di integrazione e suddivisione dell’offerta formativa, l’accesso degli adulti ai percorsi per il conseguimento del diploma quinquennale.
L’unità formativa è l’insieme di accordi di rete che il CPIA può stipulare, ai sensi del regolamento dell’autonomia, con enti locali e/o soggetti pubblici e privati, per percorsi di ampliamento dell’offerta formativa.
L’unità formativa e l’ampliamento dell’offerta formativa
Le linee guida attuative del DPR 263/2012 e le successive Note ministeriali di indicazione per il funzionamento dei CPIA, in ultimo la Nota n. 12072 del 3 novembre 2016 (punto A), promuovono il perfezionamento e l’attuazione degli accordi previsti dal regolamento. Si pone di seguito l’attenzione all’unità formativa e all’ampliamento dell’offerta formativa, che è strettamente connesso ai successivi sviluppi normativi, di cui ultimo atto è l’Accordo in Conferenza Unificata del 10 luglio 2014.
Sulla base di tale Accordo i CPIA, visti come unità formativa per l’ampliamento dell’offerta formativa, possono essere soggetti all’interno di reti territoriali i cui modelli organizzativi vengono esplicitati dalle singole Regioni, mediante il confronto con i soggetti istituzionali, imprenditoriali e associativi, compreso il terzo settore.
In quest’ottica i CPIA possono ampliare l’offerta formativa con la qualifica professionale triennale di IeFP, di competenza regionale, possono raccordarsi con i poli tecnico-professionali, con i percorsi di istruzione tecnica superiore. Inoltre possono integrarsi con gli Enti di formazione per il conseguimento di qualifiche professionali. È possibile altresì l’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro e apprendistato. Insieme alle Università il CPIA può intraprendere azioni di ricerca e sviluppo didattico per il riconoscimento dei crediti, la pianificazione in Unità di apprendimento, la formazione del personale.
Attualmente i CPIA hanno già predisposto accordi con i principali soggetti di riferimento anche in vista della strutturazione della ‘governance’ che, insieme alle Regioni, valorizzi al meglio le caratteristiche del territorio utili ai processi di apprendimento della popolazione adulta.
Per saperne di più: Epale
Epale (Electronic Platform for Adult Learning in Europe) è la piattaforma della Comunità Europea, gestita da INDIRE, che dal 2014 raccoglie notizie, risorse, eventi e discussioni dalla community dei professionisti dell’apprendimento degli adulti in Europa (http://ec.europa.eu/epale/it). Secondo la comunicazione dell’INDIRE, l’Italia è oggi il primo paese per numero di utenti iscritti e visite alla piattaforma.