La durata dell’istruzione secondaria di II grado in Italia si è venuta assestando sui 5 anni, in controtendenza rispetto a molti altri paesi europei, nei quali gli istituti superiori prevedono percorsi più stringati e specifici, canalizzati in vista degli sbocchi lavorativi ed universitari. Di contro l’istruzione di base (obbligatoria) si distende per più anni al centro del percorso. Ma, si sa, ogni paese fa storia a sé, né l’Unione Europea impone un unico modello di ordinamento scolastico. Sta di fatto che l’uscita a 19 anni dal sistema di istruzione formale penalizza i ragazzi italiani. Tuttavia i precedenti tentativi di riforma dei cicli (Berlinguer, 2000 e Moratti, 2003) non sono andati a buon fine, troppo “pesanti” da implementare. Forse più che pensare a contrarre il Liceo quinquennale in un quadriennio a contenuti invariati (A.Di Tollo, n. 11) converrebbe sperimentare un modello flessibile (chiamiamolo 4 + 1), ove l’ultimo anno potrebbe essere già proiettato verso l’università, l’alta formazione professionalizzante, l’Europa, il lavoro, ecc. responsabilizzando i ragazzi verso un progetto di vita che implica anche tagliare il cordone ombelicale con la (troppo) rassicurante vita d’aula dei nostri giovani.
2016-12-29