Ascoltare la scuola
La riflessione a chiusura della prima fase di valutazione esterna delle scuole, realizzata nella primavera scorsa, conferma quanto già noto a chi si occupa di valutazione di sistema e miglioramento. Nella primavera 2015 i team di valutazione esterna, previsti dal DPR 80/2013, hanno visitato circa il 2% delle istituzioni scolastiche. Un numero sicuramente limitato, ma che ha confermato i dati già provenienti dai progetti sperimentali Valutazione e Miglioramento e Vales sull’utilità delle visite per il miglioramento.
Le scuole, come sappiamo, sono in questi ultimi anni impegnate ad affrontare cambiamenti e adempimenti anche gravosi, le organizzazioni sono stressate dal numero sempre maggiore di scuole in reggenza e dalle difficoltà di gestione degli organici. Pertanto, generalmente, i dirigenti scolastici accolgono la comunicazione della visita esterna con preoccupazione e disagio, poiché essa rappresenta, in prima battuta, un ulteriore aggravio di lavoro e, non di rado, un altro motivo di malumore del personale.
Tuttavia, mano a mano che la visita si dipana, dirigenti, docenti, ATA, cambiano la propria percezione fino a considerare la visita come opportunità di narrare le proprie pratiche e, nel contempo, riflettere su di esse. Anche i docenti che non fanno parte dello staff di dirigenza e delle commissioni, quando vengono intervistati, raccontano con piacere la propria esperienza professionale e spesso verbalizzano il proprio compiacimento per il fatto di essere ascoltati da dirigenti tecnici e valutatori con atteggiamento “non burocratico”, ma vicino alla loro pratica professionale.
Ci vorrebbe un amico (critico)
In effetti, lo sguardo dei valutatori si configura come quello di un “amico critico”, che conosce la realtà delle scuole, ma in posizione neutra, tale da vederne punti di forza e di debolezza, e da offrire contributi al miglioramento. Le scuole accolgono con interesse ed apertura le osservazioni critiche e i suggerimenti per il cambiamento, ascoltano con sorpresa e a volte commozione i resoconti dell’apprezzamento verso la scuola mostrato da genitori e alunni nelle interviste. Non è infrequente che, dopo l’intervista, dirigenti, docenti componenti dello staff, ma anche semplici insegnanti, contattino i membri del nucleo per manifestare la volontà di riflettere su nuove modalità di lavoro e nuove pratiche, incoraggiati dalla riflessione condivisa avvenuta durante la visita.
Un processo ricorsivo: interno/esterno
La valutazione esterna amplifica e cementa il percorso virtuoso innescato dalla redazione del rapporto di Autovalutazione, che, in generale, ha contribuito ad aumentare la consapevolezza del proprio lavoro, la coesione interna e il senso di appartenenza delle persone all’organizzazione. I due momenti separati, ma interconnessi, di autovalutazione e valutazione esterna, rappresentano un fattore potente di cambiamento e di propulsione per le istituzioni scolastiche. Unanimemente le scuole, alla fine della visita, chiedono quando avranno l’opportunità di un successivo appuntamento per fare nuovamente il punto su quanto avranno realizzato. Perciò servirebbe uno sforzo convinto e moltiplicato da parte dell’Amministrazione per garantire a tutte le scuole l’opportunità di una visita di valutazione esterna almeno ogni cinque anni, per sorvegliare, ma soprattutto guidare e sostenere il miglioramento.
E la valutazione dei dirigenti?
La valutazione dei dirigenti scolastici, che sta iniziando, può contribuire a questo processo virtuoso se si innesta nella stessa logica di supporto e orientamento, più che corrispondere a interessi di valutazione delle performance. È inutile nascondere le criticità che la valutazione dei dirigenti, che si concretizza poi in effetti sulla carriera e sulla retribuzione, potrebbe innescare sulle dinamiche delle scuole. Per questo sarebbe importante, almeno in prima applicazione, mantenere saldamente la valutazione dei dirigenti nell’ottica del SNV, intrapresa con il DPR 80/2013.
È possibile, invece, che l’Amministrazione finisca per considerare la valutazione dei dirigenti più “interessante” dal punto di vista mediatico e si focalizzi su di essa, piuttosto che sulla valutazione di sistema, tenuto conto anche che quest’ultima è molto più impegnativa e costosa.
Se si è convinti di perseguire seriamente il miglioramento, le due operazioni devono rimanere interconnesse, e uno sforzo maggiore va fatto nel supportare la valutazione regolare di sistema, capace di orientare lo stesso dirigente al miglioramento condiviso, piuttosto che spingerlo a forzature personalistiche, nell’intento di non incorrere in valutazioni penalizzanti.
La terzietà della valutazione
Un ultimo discorso merita la terzietà dei valutatori. Sia per la valutazione di sistema che per la valutazione dei dirigenti, sarebbe importante che l’operazione venisse garantita da un corpo ispettivo indipendente, collocato in posizione di terzietà rispetto alla stessa Amministrazione, al fine di garantire le scuole, i dirigenti e, in ultima istanza, la stessa Amministrazione committente.