La valorizzazione del merito: una strada ancora in salita

Sono tutti unanimi nel valutare l’anno scolastico trascorso come uno dei più impegnativi della storia degli ultimi decenni: annus horribilis, secondo molti, annus mirabilis, secondo altri. Per tutti sicuramente “anno dei miracoli” grazie alla capacità delle scuole italiane di affrontare e gestire problemi, cambiamenti, contraddizioni, sicuramente difficoltà inedite.

Tra le tante novità vanno comprese anche quelle relative alla cosiddetta valorizzazione dei docenti, che però, non essendosi mai posta con carattere di particolare cogenza, è rimasta, a volte, sullo sfondo tra le cose a margine, da riprendere, en passant, una volta sistemate quelle più urgenti.

Un approccio timido

Lo stesso MIUR non si è posto mai in maniera perentoria, si è limitato ad inviare solo qualche timida sollecitazione. Lo scorso 19 aprile 2016 ha provato ad avviare un primo monitoraggio con 3 schede: la prima sulle modalità di costituzione dei Comitati di valutazione; la seconda sulla definizione dei criteri per la valorizzazione del merito; la terza sulle modalità di distribuzione del cosiddetto bonus, dando alle scuole oltre quattro mesi di tempo per rispondere (entro il 31 agosto).

Il 14 luglio scorso sono stati pubblicati alcuni risultati che confermano la percezione di marginalità del problema da parte delle istituzioni scolastiche.

La composizione

Hanno infatti risposto alla prima scheda (che in fondo richiedeva solo alcuni semplici dati) solo il 46% delle scuole (3.990) alla seconda solo il 37% (2.554).

Il comitato di valutazione, malgrado le tante polemiche che lo hanno accompagnato, in realtà è stato costituito da quasi tutte le istituzioni scolastiche (ad esclusione di 10, di cui 5 in Sardegna).

Quasi tutte gli uffici scolastici regionali, hanno seguito il suggerimento ministeriale per la scelta del membro esterno, tanto che nel 73,5% dei casi risulta un dirigente scolastico e solo nel 25,4 un docente. Del tutto residuale è la presenza nel comitato di un dirigente tecnico.

I criteri

È stata posta anche la domanda: “Il Comitato ha declinato i criteri indicati nel comma 129 (punto 3, lettera a, b, c) della legge 107/2015?”. Credo che, qui, molti abbiano avuto qualche difficoltà a rispondere, per diverse ragioni. La prima: la legge non parla di declinazione di criteri, ma semplicemente di individuazione di criteri. È una questione semantica che crea sicuramente dissonanza cognitiva e quindi anche operativa. La seconda: in genere quando si raggruppano questioni all’interno di una categoria (o criterio) si cercano elementi di somiglianza. I punti a, b, e c elencano elementi differenti che non identificano settori specifici di professionalità. Non meraviglia quindi che il 98% dei Comitati li abbia utilizzati tutti i tre.

Il peso

Dare un peso ad un elemento significa differenziare la qualità del lavoro: è una operazione necessaria, ma anche assai delicata. Chi lo decide? Solo il comitato di valutazione? Solo il dirigente? In realtà non si possono separare le azioni che incidono sulla qualità della scuola (e la valorizzazione dei docenti non ne è esente). Dare un valore significa collegarsi al piano di miglioramento, al piano triennale dell’offerta formativa, ma, prima ancora, avere la consapevolezza di ciò che serve veramente agli studenti. Significa stare tutti dentro i processi, condividere le scelte e le priorità. Su questo punto le scuole si sono divise a metà: nel 56% dei casi i Comitati hanno dato un peso differente ai criteri, nel 44% hanno dato lo stesso peso.

L’unanimismo

Risulta che il 94% dei Comitati abbia adottato scelte all’unanimità. Da una prima lettura sembrerebbe un dato positivo. Ma in realtà è una informazione che ci dice poco. Non ci fa capire per esempio il livello di elaborazione delle decisioni e neanche il rapporto con la comunità professionale. Un esito unanime potrebbe essere la sintesi di scelte sofferte, studiate, mediate, ma anche un’adesione acritica alle proposte del dirigente (o di qualche membro del comitato particolarmente influente); o semplicemente una risposta formale ad una richiesta ritenuta di natura burocratica (la via più facile).

La strada per una valorizzazione del merito che faccia crescere la comunità professionale e faccia bene alla scuola e ai suoi studenti è ancora lunga e faticosa

Il MIUR ricorda ai Dirigenti scolastici che la scadenza per la compilazione delle schede è il 31 di agosto e che al termine della terza scheda è possibile dare l’adesione, che ha carattere volontario, alla documentazione della propria esperienza all’interno delle buone pratiche per la valorizzazione del merito del personale docente promossa da INDIRE. Coloro che aderiranno riceveranno da INDIRE un format per la documentazione della propria esperienza.