L’istruzione che educa

Tra le molte ragioni per tornare a riflettere sulle Indicazioni nazionali del 2012 e sulla loro attualità, merita attenzione il fatto che il documento ratifica la piena autonomia delle scuole. Sono, infatti, Indicazioni “per” il curricolo e ciò significa che viene consegnata alle scuole la piena responsabilità della progettazione curricolare, proprio per attuare l’autonomia didattica, di sperimentazione e di ricerca,

Un approccio culturale costruttivista

Non è certamente marginale l’esplicitazione del ruolo delle discipline nel testo delle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo, nel loro nesso epistemologico e pedagogico-didattico col tema delle competenze che struttura tutta la tessitura del curricolo verticale. In vari passaggi le Indicazioni puntualizzano la necessità di un uso formativo dei saperi disciplinari, in coerenza con i caratteri dell’ambiente di apprendimento che

Il cuore del progetto educativo e didattico

Nell’insieme del testo delle Indicazioni si trovano le chiavi di lettura per una analisi complessiva della struttura stessa di un progetto educativo e didattico, alla luce del rapporto apprendimento-insegnamento, scelto come bussola per immaginare e agire una proposta centrata sullo sviluppo delle competenze. Imparare a stare al mondo Giancarlo Cerini definiva l’apprendimento come “imparare-insegnare a stare al mondo”. Si tratta

Relazione, ascolto e reciprocità

Partiamo da alcune considerazioni di Giancarlo Cerini e dagli obiettivi da lui individuati nel suo volume postumo, “Atlante delle riforme (im)possibili”, per una riflessione sulle Indicazioni nazionali 2012. Nel libro, sul tema specifico della “valutazione mite”, si elencano cinque possibili obiettivi da porre al centro dell’azione politico-educativa. Nell’ordine: 1. superare il voto in decimi per tutto il primo ciclo; 2.